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Politica

Forza Italia: ‘Se ne vada Laudato'

Inserito da Il Salernitano (admin), lunedì 24 novembre 2003 00:00:00

La vicenda Barbuti parte da Pagani, rimbalza sul Palazzo di Città e diventa un caso politico. Antonella Gaeta, coordinatrice di Forza Italia, risponde a muso duro all'assessore Laudato, chiedendone le dimissioni. Mentre in casa Udc Laudato insiste e chiede un segnale forte, Daniele Fasano, ex coordinatore di FI, oggi rappresentante degli uomini di Casini, avverte la necessità di una svolta e l'assessore Carmine Salsano, ex Dc, teme il clima forcaiolo e giustizialista degli anni '90. L'uscita di Alfonso Laudato ha scosso la maggioranza, ma non ha sorpreso. Laudato mise in crisi il mito di Abbro, oggi ha chiesto a Messina una scelta: «Ora spetta a Messina ed alle forze politiche della maggioranza trarre le dovute conseguenze, e forse allo stesso Barbuti, che con un suo gesto, in attesa di chiarire definitivamente la posizione, sgomberi il campo da ogni equivoco». Immediata e dura la risposta di Forza Italia. Antonella Gaeta, coordinatrice cittadina, chiede le dimissioni di Laudato: «Come può chiedere la testa di Barbuti chi ha due processi sul groppone ed un rinvio a giudizio, mentre Barbuti non è indagato né ha ricevuto comunicazione giudiziaria? Se Laudato si rifiuta di entrare in Giunta, presente Barbuti, non entrerò in Consiglio comunale se Laudato rimane al suo posto». La crisi è tutta nelle mani di Alfredo Messina, che dovrà risolvere la stasi creatasi con la dura presa di posizione dell'assessore alla Viabilità. Una tesi in netto contrasto con quella di Carmine Salsano: «Si sta ricreando un clima forcaiolo e giustizialista di cui fummo vittime noi democristiani negli anni '90. La posizione di Laudato è a titolo personale. Non si può chiedere la testa di un assessore senza che ci siano riscontri acclarati e legittimati da rinvii a giudizio o da sentenze». Ma l'atmosfera in casa degli uomini di Follini e Casini è tesa. Daniele Fasano, già coordinatore azzurro, ex assessore della Giunta Messina, oggi membro del coordinamento provinciale e del direttivo cittadino, chiede, unitamente ad Annamaria Garofalo, un'inversione di rotta: «La politica del Palazzo non regge alle attese della città. Occorre una revisione dei programmi, degli equilibri. Non riusciamo più a captare le vere istanze della gente. Cava è una città moderata e noi possiamo rappresentare l'unica forza trainante, ma dobbiamo liberarci di pesi, anche rinunciando agli attuali incarichi». E la vicenda Barbuti, e prima ancora il caso Lambiase, sono una spia di un malessere che la maggioranza sta vivendo con sofferenza. Renato Salerno, forzista, esprime piena solidarietà all'amico ed è fiducioso nell'operato della magistratura: «Non condivido la politica fatta di processi a mezzo stampa. Si rischia solo di intralciare il cammino politico-amministrativo e quello della magistratura. Basta con gli sciacallaggi della politica». Mentre proseguono gli interrogatori, è stato inviato ed acquisito agli atti un documento anonimo che ripercorre alcune fasi della vicenda, con accuse a personaggi protagonisti della storia.

L'OPPOSIZIONE ALL'ATTACCO

«Si ritorni alle urne, mai come ora si è toccato il fondo. C'è una spaccatura insanabile nel centrodestra»

Terremoto politico nella Valle metelliana dopo il presunto coinvolgimento dell'assessore Antonio Barbuti nell'affaire rifiuti. «In 50 anni di politica democratica cavese, mai abbiamo avuto modo di assistere all'esposizione della nostra cittadina sui giornali perché protagonista in negativo di fatti di cronaca. Non so se Barbuti centri qualcosa con le accuse che gli sono state mosse, ma è pur vero che sia il caso Lambiase che quest'ultimo non depongono certo a favore di quest'Amministrazione, di cui Barbuti fa parte»: sono le dure affermazioni del dott. Franco Prisco, membro dell'opposizione cavese, sponda Democratici di Sinistra. «Non siamo giustizialisti - commenta Prisco - ma stiamo assistendo all'imbarbarimento della politica cavese. Spero solo che la magistratura faccia subito chiarezza sulla vicenda, che mette in cattiva luce l'Amministrazione, anche per fatti cui è estranea». L'opposizione si coalizza e, forte delle proprie idee politiche, è raccolta in un unico desiderio: «Vogliamo che si ritorni alle urne, perché mai come ora si è toccato il fondo. Mai c'è stato un momento così drammatico per il Governo cavese. C'è una spaccatura insanabile nel centrodestra che non fa altro che alterare continuamente il precario equilibrio. Vogliamo che Messina vada a casa e che l'Assise cittadina venga affidata ad una classe dirigente seria e, soprattutto, all'altezza del compito».

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