Tu sei qui: Politica“Festa Tipica Siciliana”: ancora veleni a Cava de’ Tirreni. Marco Senatore contro amministrazione e Confesercenti
Inserito da (ilvescovado), venerdì 28 aprile 2017 14:09:44
Di Adriano Rescigno
CAVA DE' TIRRENI. Una cosa è certa, i cannoli della passata ʺfesta tipica sicilianaʺ oltre all'abbondante prezzo, a qualcuno sono andati anche di traverso. L'avvocato Marco Senatore, presidente di ʺCivitas 2.0", bacchetta l'amministrazione per la mancanza di strategie di sviluppo per la città che a detta dell'avvocato risponde solo «all'interesse particolare di qualcuno» ed anche la Confesercenti non è esente da richiamo, infatti: «il suo silenzio assordante, acclara una sciagurata comunanza di interessi tra la dirigenza di questa associazione di pochi commercianti cavesi e gli amministratori comunali dell'era Servalli».
Dopo le lamentele di residenti, commercianti ed esponenti del mondo politico per le pessime condizioni in cui è stata riconsegnata la zona di piazza Amabile (in cui si è svolta la fiera), ma anche degli avventori per i costi abbastanza cari, Marco Senatore dà l'ultima sferzata all'evento: «La festa tipica siciliana tenuta nei giorni scorsi nella nostra città è l'ennesima prova della colpevole superficialità e approssimazione di questa Amministrazione comunale. Un evento, come altri (festa della pizza, fiera del cioccolato), discutibile sotto tutti i punti di vista (igienico-sanitario, commerciale, turistico), in cui si denota tutta la pochezza degli attuali amministratori, che non hanno alcuna strategia e disegno di promozione e sviluppo della città, ma vivono alla giornata, rispondendo all'interesse particolare di qualcuno, non certo a quelli generali della comunità metelliana».
«Quel che più rammarica, e lo dico da ex assessore al commercio, è la totale e complice assenza delle associazioni di categoria, in particolare di Confesercenti che, a suo tempo, era sempre così sollecita e vigile, ma anche la spocchiosa pedanteria, nel pretendere che qualsivoglia manifestazione o evento di natura commerciale e turistica fossero preventivamente concordati sia sul piano della programmazione che su quello della concreta realizzazione. Ora, mi chiedo, dov'è la Confesercenti? Il suo silenzio assordante, rotto qualche volta a posteriori giusto per gettare un po' di polvere negli occhi, è la dimostrazione evidente di come sia acclarata ma anche sciagurata la comunanza di interessi tra la dirigenza di questa associazione di pochi commercianti Cavesi e gli amministratori comunali dell'era Servalli».
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