Tu sei qui: PoliticaCoprifuoco a Cava, la proposta di Del Vecchio «Chiusura negozi alle 19 per dar linfa alle attività di ristorazione»
Inserito da (redazioneip), sabato 24 ottobre 2020 10:36:52
«Alla luce dell'ordinanza regionale n.83 della regione Campania, fatti salvi ogni ulteriore e nuovo provvedimento della regione atteso l'aumento del numero dei contagi in Campania, che introduce a decorrere dal 23 ottobre misure restrittive a tutte le attività commerciali si impone, in questo contesto emergenziale, un radicale cambiamento dello stile di vita e delle nostre abitudini per evitare le inevitabili ricadute e ripercussioni sull'economia cittadina. Queste le parole, affidate ai social, dell'assessore alle attività produttive di Cava de' Tirreni, Giovanni Del Vecchio.
«Non è facile abituarsi ai nuovi orari, a mio parere eccessivamente restrittivi e fortemente penalizzanti per il settore della ristorazione (ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie, vinerie, pub), - prosegue l'assessore - ma purtroppo dobbiamo conviverci e speriamo non per molto. Dobbiamo pensare per il momento a organizzare la nostra vita in modo diverso anticipando gli orari sia per lo shopping e gli acquisti di beni di consumo che per i servizi di ristorazione.
Di qui la proposta del mio assessorato rivolta in modo particolare alla Confcommercio di anticipare la chiusura dei negozi di abbigliamento e di altro genere, (e in questo caso interessando altre associazioni di categoria) alle ore 19 come già avviene in gran parte delle città del centro e del nord. Naturalmente la mia è una proposta che va condivisa da tutte le associazioni dei settori interessati. E tutto ciò per dare linfa vitale a tutte le attività di ristorazione in generale sicuramente le più penalizzate dalle nuove misure altrimenti costrette ad abbassare le saracinesche dei loro locali molto prima delle ore 23.00.
E questo perché occorre assumere consapevolezza di guardare al settore delle attività commerciali in generale in maniera organica in modo tale da far girare l'economia complessiva della nostra città; e ciò perché esistono equilibri che vanno salvaguardati tra tutti gli operatori economici del settore di distribuzione di beni e servizi se si vuole evitare la chiusura non imposta ma naturale di tutte le attività commerciali. Magari questa mia iniziativa sarà un sasso nello stagno ma è sicuramente meglio di subire passivamente lo spettro di una possibile e nuova crisi economica e sociale», conclude.
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