Tu sei qui: PoliticaCentrodestra di nuovo nella bagarre
Inserito da (admin), giovedì 23 marzo 2006 00:00:00
È bagarre nel centrodestra. Dopo la presa di posizione di Alfredo Messina, che ha rifiutato qualsiasi rapporto con quanti avevano nel luglio 2005 determinato lo scioglimento del Consiglio comunale, immediata è venuta la risposta.
Il gruppo formato da Campanile, Pesante, Salerno e Ventrello, promotori del golpe di luglio, in una sferzante nota, ha denunciato alla città ancora una volta il fallimento della politica di Messina. «Vede fantasmi e traditori dappertutto e contemporaneamente tradisce anche quelli che si erano opposti alla sua defenestrazione, rimanendogli accanto», dichiara Giovanni Campanile. «La sua è una storia continua di tradimenti - aggiunge Renato Salerno - In passato tradì l'avvocato Alfonso Senatore, poi lo stesso Giovanni Baldi, che lo sostenne e ne determinò la candidatura».
Oggi circa l'80% degli elettori non ha più fiducia in Messina. Il conto, secondo gli estensori della nota, è facile: 16.702 erano i voti dei 16 consiglieri che lo mandarono a casa. A questi bisogna aggiungere i voti di quanti ex consiglieri, non condividendo più il progetto fallimentare di Messina, sono approdati nella Margherita (1.020) e poi altri ex consiglieri (8.994). «A questi bisogna aggiungere - continua Campanile - gli altri 863 di ex consiglieri che vuole sacrificare sull'altare di una lista civica a lui fedele. In totale, ben 27.579 elettori di Cava, circa l'80%, non hanno più alcuna fiducia in Messina e lo hanno abbandonato a se stesso».
Il gruppo Campanile rivendica con orgoglio il gesto compiuto, insieme con altri, nel luglio del 2005. «Avevamo tentato sino alla fine ogni tentativo di dare una svolta alla sua politica incurante dei bisogni della città e rivolta essenzialmente alla difesa dei privilegi di pochi», conclude Campanile.
Lo stesso Alfonso Senatore, oggi nel centrosinistra con il suo movimento "Città Unita", lamenta il comportamento ambiguo di Messina: «Già dall'indomani del suo insediamento, si preoccupò di tradire i suoi amici, ma credo che abbia tradito soprattutto la città. Avevamo lavorato in sintonia per mesi, avevamo tutti insieme costruito la vittoria, poi all'improvviso il tradimento ed il rinnegamento degli impegni assunti con l'elettorato. Così ha segnato la sua fine».
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