Tu sei qui: Politica‘Censura' sui manifesti, esplode la polemica
Inserito da (admin), mercoledì 21 aprile 2004 00:00:00
Tutti i manifesti politici, prima dell'affissione, debbono passare alla visione del sindaco. Il caso nasce a Cava ed è subito polemica. Sereno il sindaco Messina, mentre i senatori della Margherita Manzione e Scalera interrogano i ministri dell'Interno, della Giustizia e dell'Ambiente. Ed il caso contribuisce a surriscaldare l'atmosfera, già tesa per il contestato piano antenne della telefonia. La nuova querelle politica scoppia quando filtra la notizia che un manifesto del coordinamento dei Circoli della Margherita, sul tema delle antenne, ritardava ad essere affisso. Un ritardo messo in coincidenza con la decisione della Giunta Messina di dare incarico all'avvocato Marcello Giani di esaminare i comportamenti e le attività messe in moto dai comitati di lotta, dalle forze politiche e dai mass media, al fine di individuare eventuali responsabilità penali. Insorge il senatore Manzione, che ha presentato un'interrogazione parlamentare: «Il caso è unico. La discussione preventiva dei manifesti, unita ad una pendenza di alcuni procedimenti penali per analoghi episodi di censura preventiva, ci hanno spinto a chiedere ai ministri iniziative per ripristinare un clima di democrazia e legalità a Cava, soprattutto nell'imminenza delle prossime elezioni». Il sindaco Messina getta acqua sul fuoco: «Dopo le polemiche e le conseguenze anche giudiziarie scaturite dalla guerra di manifesti tra i circoli ed il coordinamento di An, ho ripristinato una vecchia regola del sindaco Abbro». Quella regola prevede che «tutti i manifesti politici - spiega Messina - debbano andare in visione preventiva al sindaco, ma questo certamente non per una censura». Quanto all'incarico all'avvocato Giani, è nato per «tutelarci da una campagna dura e pericolosa, ne abbiamo il diritto». Nel merito del manifesto della Margherita scende l'assessore Carleo: «Ci vengono rivolte gravi accuse di attentare alla salute dei cittadini, dobbiamo tutelarci». Ma non tutti nella maggioranza sono convinti della linea adottata. E così l'opposizione incalza. «Non ci fermeremo - dice il coordinamento della Margherita - continueremo la nostra battaglia, perché le minacce non ci intimoriscono».
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