Tu sei qui: PoliticaCaso Lambiase, i retroscena del fattaccio
Inserito da (admin), mercoledì 16 luglio 2003 00:00:00
Le parole, che tornano a far discutere di quel 12 giugno a Palazzo di Città, arrivano da un dossier di appena due pagine. In una breve memoria difensiva, presentata dagli avvocati Angelo Clarizia e Marcello Murolo, il dipendente comunale Vincenzo Lambiase, già interrogato dalla Direzione investigativa antimafia nell'ambito di un'inchiesta su presunti voti di scambio, fornisce una ricostruzione dettagliata dell'episodio che gli è costato l'avvio di un procedimento disciplinare e l'accusa di minacce nei confronti del sindaco Alfredo Messina e del capo staff Pasquale Petrillo. Per la prima volta Lambiase parla, anche se per bocca dei suoi legali. E riferisce di essersi sentito minacciato e perseguitato. Quel giorno - si legge nella memoria difensiva - si era presentato a Palazzo di Città per incontrare il sindaco e parlare della sua situazione lavorativa. L'uomo era in attesa di un provvedimento che avrebbe significato un avanzamento di carriera. Secondo Lambiase, un collaboratore dello staff del sindaco gli avrebbe vietato l'audizione con il primo cittadino. «Mi ha detto che l'unico con cui avrei potuto parlare era lui». Le sue richieste sarebbero state rifiutate. «Ha alzato il tono della voce ed ha battuto i pugni ripetutamente sulla scrivania». Così Lambiase respinge le accuse di minacce. Nessuna novità, ma una conferma: l'esistenza di due versioni contrastanti. Da una parte Lambiase, dall'altra l'Amministrazione. Quel giorno, secondo quanto riportato dalla lettera inviata dal direttore generale del Comune, Enrico Violante, all'Ufficio Personale, l'uomo si sarebbe introdotto nell'ufficio dello staff del sindaco ed avrebbe aggredito verbalmente lui ed il suo collaboratore Petrillo, con frasi ingiuriose e minacce. Ora toccherà agli inquirenti fare chiarezza. Intanto, nuove rivelazioni giungono anche sul fronte dell'inchiesta su presunti voti di scambio. La notizia è trapelata nella serata di ieri. Lambiase avrebbe scritto e depositato nelle mani di un notaio, oltre alla copia del memoriale presentato agli inquirenti, anche una lettera, ripetendo alcuni dei nomi riferiti nel corso delle sue deposizioni. Gli avvocati Alberto Clarizia ed Alfonso Senatore, che lo seguono nel procedimento penale, non si sbilanciano sulle ragioni di quest'atto. L'unica conferma riguarda la decisione del Lambiase di richiedere un servizio di protezione, perché preoccupato per la propria incolumità. Occhi aperti, massima vigilanza ed una sollecitazione alla Procura di Salerno. Il senatore della Margherita, Roberto Manzione, interviene sulla vicenda di presunti voti di scambio: «I segnali sono allarmanti. La settimana scorsa sono stato a Salerno e gli avvocati di Lambiase mi hanno assicurato che le denunce sono state presentate. Poiché la Procura è obbligata ad avviare accertamenti, non vedo come il sindaco Messina possa affermare che sul suo conto non ci sono indagini in corso. Invito la magistratura a chiarire la vicenda. Non voglio entrare nel merito, ma occorre fare chiarezza».
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