Tu sei qui: PoliticaBox auto, rispunta il caso Lambiase
Inserito da (admin), lunedì 19 gennaio 2004 00:00:00
Autorizzazioni, concessioni, pratiche amministrative: l'inchiesta sui box auto, nella quale risulta indagato il geometra comunale Eugenio Tenneriello (l'ipotesi di reato è falso in certificazione amministrativa) potrebbe non fermarsi alle manomissioni apportate sulle piantine progettuali custodite negli uffici comunali per aumentare l'altezza del solaio dei garage, ma allargarsi anche ai rapporti tra il Palazzo ed alcuni privati. Una vicenda già oggetto di un'altra delicata inchiesta giudiziaria, quella avviata dalla Direzione distrettuale antimafia per presunti voti di scambio. Il nome di Tenneriello, infatti, compare nel dossier del luglio 2003 presentato alla Digos ed alla Dia da Vincenzo Lambiase, il dipendente comunale accusato di violenza privata in relazione a voti di scambio nello stesso procedimento penale (il numero è 9560/2003) che vede in veste di indagati il sindaco Alfredo Messina ed il suo capostaff Pasquale Petrillo. Il riferimento - nel fascicolo consegnato agli agenti della Digos - è la realizzazione di alcuni garage in città. «...verificare - scrive Lambiase nel dossier - tutti i garage che sono stati fatti a Cava. Dovrebbero essere controllate tutte le pratiche, specie quelle istruite da Tenneriello, incaricato da Messina e Petrillo». Solo qualche mese prima, precisamente il 5 maggio, era scoppiato il caso dei box auto. Al momento, non ci sono atti ufficiali da parte degli inquirenti a conferma dei legami tra le due inchieste, ma il giallo del dossier resta. A pochi mesi dalla scoperta delle piantine "truccate", un altro dipendente comunale avanzava sospetti su presunti legami tra Tenneriello e la realizzazione in città di alcuni garage. Un fatto che è indice del clima rovente che investe il Palazzo di Città. Cosa di cui lo stesso Tenneriello sarebbe disposto a riferire al magistrato Angelo Frattini, incaricato del procedimento a suo carico. La linea difensiva che il geometra, difeso dall'avvocato Pasquale Adinolfi, non abbandona, nonostante i risultati della perizia calligrafica (secondo quanto riporta la comunicazione di conclusione delle indagini, ci sarebbero similitudini tra la sua grafia e quella usata per correggere le piantine), è di totale estraneità ai fatti contestati.
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