Tu sei qui: PoliticaBarbuti e Baldi lasciano la maggioranza
Inserito da (admin), venerdì 27 luglio 2007 00:00:00
In Consiglio comunale, in un'atmosfera di grande tensione, si consuma la prima e vera rottura nella coalizione che regge il sindaco Gravagnuolo. Antonio Barbuti e Gerardo Baldi lasciano la Margherita e danno vita al gruppo consiliare "Unione Popolare". Una scissione che ha dato vita ad un intenso dibattito politico, che ha visto protagonisti Barbuti, Baldi, Lampis ed il sindaco Gravagnuolo, con il contributo intelligente dei rappresentanti delle varie forze politiche. Una lunga carrellata di interventi che, tra scontri e polemiche, tra provocazioni e difese, ha evidenziato una forte tensione. I vari Messina, Gravagnuolo, Lampis, Barbuti, Baldi, Pisapia, Salsano, Napoli, Giovanni Baldi, Marco Senatore, hanno restituito dignità alla figura del consigliere comunale ed affermato, pur nell'asprezza dei toni, il primato della politica.
Barbuti e Baldi hanno annunciato il loro distacco dalla Margherita e dall'attuale maggioranza al termine di un lungo travaglio politico-amministrativo, rivendicando autonomia di pensiero e libertà di azione nell'esercizio della funzione di consigliere comunale. «Ci siamo battuti - ha affermato Barbuti - per la centralità dei partiti e dei consiglieri ed abbiamo ritenuto l'Aula Consiliare l'unico luogo per la politica. Purtroppo, ci siamo scontrati con chi ritiene di poter gestire il potere, incurante della dignità degli altri. E l'episodio della revoca della delega al consigliere Baldi, senza alcuna motivazione se non quella di una ritorsione personale, è emblematico».
É un Barbuti caricato, polemico, ma attento, che non manca di bacchettare i suoi ex compagni di cordata, responsabili di supina accondiscendenza al «re padrone». Per la Margherita la risposta del neo capogruppo, Enzo Lampis. Misurato, senza sbavature, ha espresso la tristezza per la scissione, ma la Margherita continuerà il suo cammino e terrà fede agli impegni assunti. «La nostra bussola è il programma e l'impegno assunto con la gente. Noi siamo per la strategia dell'attenzione e non per la tensione. Le differenze sono solo politiche e non personali. E su queste ci confronteremo senza riserve e senza acredine».
E Gravagnuolo non si è sottratto alle dure accuse di Barbuti e Baldi. Con consumata tecnica ha seguito il dibattito e la sua risposta è apparsa fredda, calcolata e certamente controllata: «La nostra risposta non è stata mai emotiva, ma di atti politici ad atti politici. Per la vicenda Baldi, il rapporto di fiducia era venuto meno e rientrava nelle mie prerogative confermare o revocare. Quanto al caso Barbuti, tolleranza e rispetto sì, ma non quando ci si trova di fronte ad azioni sistematiche di contrapposizioni. Ribadiamo la nostra disponibilità a confronti e dialogo a 360 gradi. Come tutto il Consiglio comunale, siamo impegnati per la realizzazione del progetto di città per il quale abbiamo chiesto il consenso». Sul futuro Pierfederico De Filippis, vice segretario del fiorellino: «Occorre accelerare la costruzione del Pd con segnali forti, come la costituzione del gruppo unico in Consiglio comunale e la creazione di un coordinamento tra Margherita e Ds. Non è tempo di tatticismi».
Un volantino finisce in Procura
«Barbuti finalmente cacciato dalla maggioranza», firmato CBG, comitato per il buon governo. É il testo di un volantino fatto circolare in città già nel pomeriggio della seduta del Consiglio comunale che ha visto Barbuti e Baldi uscire dalla Margherita e dare vita ad un nuovo gruppo consiliare, fuori dalla maggioranza Gravagnuolo. Il volantino ha suscitato le ire di Barbuti e la piena solidarietà del sindaco e dei vari gruppi consiliari. «Chiedo che il volantino venga allegato ai lavori del Consiglio comunale ed inviato alla Procura per accertare quanti sono dietro la sigla. É un atto che serve solo a rendere l'atmosfera più tesa». Lampis, capogruppo della Margherita, ha espresso a Barbuti la solidarietà del gruppo: «La dignità del consigliere comunale prima di ogni cosa». Il sindaco Gravagnuolo ha indicato nel gesto «un'offesa all'uomo ed alla dignità dell'Istituzione». Intanto, sono in corso indagini per accertare le modalità della distribuzione ed i mandanti del volantinaggio.
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