Tu sei qui: Economia e TurismoSupercoppa, trionfo aquilotto
Inserito da (admin), lunedì 22 maggio 2006 00:00:00
La mente va a quel 21 giugno di 3 anni fa. A Civitavecchia, la Cavese di Mario Somma conquistò, dopo la promozione in C2, anche lo scudetto di serie D. Ieri pomeriggio un altro importante trofeo è arrivato nella bacheca aquilotta: la Supercoppa di serie C2. Il Gallipoli, infatti, non è riuscito a superare tra le mura amiche l'ottimo Venezia di Nello Di Costanzo ed ha lasciato il passo ai metelliani. Una grande soddisfazione, anche se il cuore ancora in pena per la tragedia di Catello Mari, il grande leone scomparso nella domenica di Pasqua, ha condizionato tutto l'ambiente.
Non c'è spazio né voglia per far festa. La grande festa la si consumò appena dopo la vittoria matematica del campionato, quel 15 aprile scorso. Per tutta la serata e la nottata la città fu inondata di bandiere e striscioni bianchi e blu. Poi, però, dietro l'angolo il destino beffardo, che spezzò una giovane vita ed il grido di entusiasmo in gola al popolo sportivo aquilotto. Nelle scorse giornate, dolore ed emozione rinnovati per la morte del decano del giornalismo sportivo locale, Raffaele Senatore.
Dunque, per questa Supercoppa c'è davvero poco spazio per i festeggiamenti. Ed ancor meno ieri sera, appena la notizia è rimbalzata nella Vallata. Appena un timido tentativo di qualche baby centauro in sella al proprio motorino e con in mano una bandiera di accennare ad un festoso corteo lungo il centro, seguito da qualche auto strombazzante. Poi più nulla. Non c'è lo spirito giusto per esultare. Ma di testimoniare onore al merito agli eroi aquilotti questo sì. Giocatori biancoblù che hanno onorato fino all'ultimo secondo questa grande stagione vissuta sempre sugli scudi. A loro, ai loro eroi, il pensiero degli sportivi metelliani ieri pomeriggio, quando da Gallipoli è rimbalzata la notizia della conquista della Supercoppa.
«Sono stati straordinari - con le lacrime agli occhi in tanti ieri sera - protagonisti di un anno che nel bene e nel male non dimenticheremo per tutta la vita. Le grandi imprese si ricordano anche per grandi tributi di sangue e per il sacrificio di qualche eroe. Noi quest'eroe l'abbiamo avuto, Catello Mari. A lui va il nostro pensiero. Ci ha aiutato lui a conquistare anche quest'altro trofeo». Una città, dunque, senza troppa voglia di sorridere, ma al tempo stesso vogliosa di dire grazie a quel gruppo di uomini che hanno vestito quest'anno la casacca blu foncé.
«Le avventure si concludono positivamente o negativamente - ricorda i momenti di gioia e di amarezza vissuti in questa stagione Vito Annarumma - perché c'è un destino scritto per ciascuno di noi. La Cavese era destinata quest'anno a conquistare quello che da 20 anni era diventato un sogno proibito, la C1. Ma quanto duro è stato tagliare il traguardo. Quanta sofferenza per una tragedia così grande, che abbiamo vissuto tutti come se fosse stata la nostra personale tragedia. Ora speriamo che, con la conquistata di quest'ultima soddisfazione stagionale, la maledizione che si è abbattuta su Cava sia stata esorcizzata e che si possa guardare al nostro futuro con più gioie da vivere tutti insieme». Cala il sipario, dunque, sulla stagione 2005/2006.
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