Tu sei qui: Economia e TurismoSalernitana, Aliberti prepara la strategia difensiva
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 13 febbraio 2003 00:00:00
Stretto dall'assedio sempre più pressante sulla proprietà delle aziende di San Giuseppe Vesuviano, Aniello Aliberti denunciò per tentata estorsione Pasquale Casillo. Dal canto suo, il vulcanico ex presidente del Foggia, dinanzi ai magistrati della Procura di Nola, carte alla mano, volle dimostrare come lui vantava più un credito da Aliberti, a partire da quelli delle società calcistiche. Ed oggi, lo scontro tra Aliberti e Casillo farà contare una nuova puntata al Tribunale di Nola, dove ci sarà un'udienza della causa civile avviata da Casillo sul pagamento degli assegni ricevuti per la cessione della Salernitana Calcio. Dietro lo scontro violento tra Aliberti e Casillo, due protagonisti dell'economia vesuviana, entrambi radicati nel settore della commercializzazione dei prodotti alimentari, ci sono consistenti interessi di società del settore, nel quale i due contendenti sono storicamente impegnati. In pratica, le proprietà di importanti gioielli produttivi del mondo mangimistico e cerealicolo dell'area vesuviana. Dice Aniello Aliberti alla Procura della Repubblica di Salerno: «Non sono il prestanome di Pasquale Casillo, ma sono esponente della seconda generazione di una nota famiglia di imprenditori di San Giuseppe Vesuviano, che controlla quote di maggioranza o di rilievo di famose società, quali la Select, la Agria o quelle del settore mangimi, che sviluppano centinaia di milioni di fatturato e che operano in regime di oligopoli, con livelli occupazionali elevati».
Prima negli uffici della Finanza, poi summit col suo avvocato
Ieri mattina, il presidente della Salernitana si è recato negli uffici della Guardia di Finanza a Napoli, per la notifica dell'informazione di garanzia per calunnia e furto di un carnet di assegni, firmata dal procuratore della Repubblica di Nola, Adolfo Izzo. Un secondo atto, quindi, di un'inchiesta giunta in una situazione processuale che tecnicamente viene definita come "imputazioni alternative". Da una parte la "verità" di Aliberti (Casillo avrebbe tentato un'estorsione nei suoi confronti), dall'altra quella di Casillo. Di fronte alle due "verità", il procuratore della Repubblica di Nola, Adolfo Izzo, ed il procuratore aggiunto Francesco Greco hanno dovuto emettere altrettanti informazioni di garanzia. Dopo aver ricevuto il provvedimento, Aliberti si è recato nello studio del proprio legale di fiducia, l'avvocato Paolo Trofino, noto penalista napoletano, con il quale ha concordato la propria strategia difensiva.
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