Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, Naldi furioso con Corbelli
Inserito da (admin), martedì 15 aprile 2003 00:00:00
Non c'è pace per il Napoli. È tutto un vociare, un lanciare accuse ed anatemi, minacciare, arrabbiarsi, per poi cercare comprensione ed accordi. Oggi siamo alla fase della grande rabbia. Venerdì scorso, Giorgio Corbelli ha annunciato di aver presentato un'istanza di fallimento al Tribunale di Roma contro Salvatore Naldi, che deve ancora pagargli 30 milioni di euro. Ieri, Naldi ha risposto all'ex presidente, convocando una conferenza stampa per spiegare le sue ragioni. Che sono, poi, quelle raccontate da sempre e parlano di un contratto in cui il pagamento di 30 milioni può essere dilazionato all'infinito. «È così. Corbelli, quando ha firmato quel contratto, sapeva. Oggi cosa pretende?», spiega Naldi prima di cedere la parola agli avvocati, agli esperti. Inutile scivolare nei particolari contrattuali. La linea di Naldi, illustrata con fermezza dagli avvocati Albisinni e Massimo Di Lauro, è quella nota: l'istanza di fallimento è un'azione che non ha fondamenti giuridici in questo specifico caso. Ci sono i contratti che parlano. Giorgio Corbelli, da parte sua, replica che le sue ragioni sono sacrosante: «Naldi non ha ancora pagato ciò che gli ho venduto». E pure sembra che abbia ragione. Insomma, alla fine ci vorrà un magistrato per capirci qualcosa. Nel frattempo, l'istanza di fallimento ha provocato un sussulto attorno a Naldi: i possibili soci si sono fermati, gli istituti di credito hanno chiesto chiarimenti. Forse, la conferenza stampa di ieri doveva servire a dare tranquillità al mondo economico che circonda Naldi. "Tutto è sotto controllo": doveva essere il significato dell'incontro. Lo sarebbe stato se avessero parlato i legali, che sanno mantenere la calma ed usare le parole adatte a far valere ogni ragione. Invece, il "solito" Salvatore Naldi è intervenuto con frequenza, lanciando strali, mentre il direttore generale De Leva s'è accalorato, raccontando dell'esigenza di trovare soci da portare nel club, fino a chiedere agli stessi giornalisti presenti una mano nella ricerca di un partner. Il presidente ha recitato la parte del leone, dunque. Ha preso la mira ed ha sparato sui nemici, che sono più o meno quelli di sempre: Corbelli, Ferlaino, Preziosi. Ieri bisognava rendere la pariglia all'ex socio romagnolo, che chiede 30 milioni o il fallimento, sicché Naldi ha riservato gran parte delle sue parole proprio a Corbelli: «Dovevo rimettere - ha spiegato - la mia famosa maglia con la scritta "faciteme 'sta quiet" (l'ha già indossata in passato davanti alle telecamere, n.d.r.). Corbelli adesso ci ha stufato. Ci sono i contratti firmati ed io credo che i contratti vadano rispettati». Poi il presidente del Napoli ha ripescato le sensazioni dell'inizio dell'avventura azzurra: «Io sono stato la banca di Corbelli. Forse, lui non ricorda che quando io sono entrato nel Napoli al suo fianco, c'era gente che lo prendeva a schiaffi per strada. Se non fosse stato per me, il Napoli chissà come sarebbe finito. Oggi, invece, Corbelli sta dando molto fastidio, a me ed ai tifosi del Napoli». Un po' di parole anche per Ferlaino. Le solite: «Anche l'ingegnere deve ringraziarmi per quello che ho fatto». Infine, Salvatore Naldi ha deciso di dare un consiglio ad Enrico Preziosi, col quale c'era una possibilità di accordo per la cessione del club: «Sì, voglio dare un consiglio a Preziosi. La prossima volta che decide di fare un affare con me, alzi il telefono e mi chiami personalmente. Non si affidi a persone come l'avvocato Persichelli. Nella trattativa con lui c'è stata mancanza di concretezza». E, con un solo colpo, ha centrato sia Enrico Preziosi che l'avvocato col quale ha trattato fino ad una manciata di giorni fa. Ma la vera rabbia è esplosa sul finire dell'incontro: «Io voglio essere rispettato da Preziosi e da Corbelli», ha tuonato Naldi, che poi si è allontanato. Hanno continuato a parlare avvocati e dirigenti. Solito tema: 30 milioni da pagare, un contratto da rispettare. Ed il Napoli va alla deriva.
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