Tu sei qui: Economia e TurismoNapoli, Mancini assolve Scoglio
Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 26 febbraio 2003 00:00:00
Brucia ancora la sconfitta di Cosenza. Per il risultato, certo, ma anche per il modo in cui il Napoli si è arreso ai modesti calabresi. Modesti, ma almeno un po' aggressivi e più forti e più vivaci nelle gambe. Brucia la sconfitta, al punto da far dire a Scoglio che mai più in trasferta ci sarà un Napoli con due punte ed un trequartista, perché la squadra quel modulo non lo regge proprio. Due Napoli in vista, dunque: quello del San Paolo e quello che cercherà punti fuori casa. Insomma, tirando le somme e facendo un passo indietro, si può dire che la sconfitta di Cosenza è stata anche la sconfitta di quell'idea, di quel modulo nel quale Scoglio aveva riposto un po' del futuro azzurro. Il calcio, però, è movimento e rincorsa anche delle idee, ed allora ecco il ripensamento. Ma davvero a Cosenza il Professore ha sbagliato tutto? Ebbene, non la pensano tutti in questo modo. «So che quanto sto per dire sarà inteso a mo' di piaggeria, so che qualcuno lo definirà anche ruffianeria, ma me ne frego e dico ciò che penso. Ebbene, per me - racconta Franco Mancini - era giusto che a Cosenza il Napoli giocasse con Stellone, con Dionigi e con Pasino. Perché? Perché il nostro obiettivo non poteva che essere il successo. Eravamo convinti, infatti, che tre punti ci avrebbero permesso quasi certamente di mettere alle nostre spalle anche il Catania. Quindi, era un obbligo provarci». Vabbe', però...«Però alla fine è andata come è andata. Ma non per colpa della tattica, del modulo. Abbiamo perso la partita ed un'occasione d'oro per altre ragioni, che approfondiremo tra noi e con l'allenatore, come si fa sempre dopo una partita. Che si vinca o che si perda». E probabilmente, Scoglio annuncerà, almeno per le gare fuori casa, l'addio al modulo più spregiudicato: in trasferta squadra più coperta. Mancini, lei è d'accordo? «Mi tuffo e mi salvo in corner: queste sono scelte e responsabilità che toccano all'allenatore ed a nessun altro. Deciderà Scoglio e deciderà nell'interesse della squadra, questo è certo. Comunque, io un'idea ce l'ho: con qualsivoglia modulo o formazione vada in campo, il Napoli, se non inciampa in una giornataccia tipo quella di Cosenza, può fare risultato anche contro chi è oggi al primo posto». Fiducia piena, dunque? «Fiducia piena, che si accompagna ad un rammarico che mai avevo provato prima nella mia carriera. Mi sembra un brutto sogno il Napoli in zona serie C. Ma non durerà, parola di portiere. Ci tireremo fuori dal rischio della retrocessione in tempo per goderci almeno un finale senza incubi e paure».
SOCIETA' SEMPRE PIU' NEI GUAI
L'assemblea non ricapitalizza e Ferlaino porta i due ex soci davanti ai giudici
Nel giorno dell'assemblea che non ha ricapitalizzato, aprendo scenari foschi sul futuro del club azzurro, anche l'ingegnere Ferlaino ha deciso di rivolgersi al tribunale per risolvere una questione economica che coinvolge il Napoli. L'ingegnere ha deciso di rivolgersi al magistrato con una "diffida ad adempiere il contratto" nei confronti di Giorgio Corbelli: il contratto tra i due prevedeva il pagamento di vecchi debiti della società Gis, collegata al Calcio Napoli. Il mancato pagamento di quel debito ha consentito al Monte dei Paschi di pretendere l'escussione di fidejussioni garantite da vecchi soci del Napoli (la vicenda risale al 1993), i quali a loro volta hanno chiesto ragione a Ferlaino. L'ingegnere, da parte sua, spiega che quel debito doveva pagarlo Corbelli, secondo il contratto firmato per la cessione del Napoli. Ma Corbelli sostiene che, nel momento in cui ha ceduto il Napoli a Naldi, quest'ultimo si è accollato interamente le pendenze che lui aveva rilevato da Ferlaino.
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