Tu sei qui: Economia e TurismoLa Cavese ha trovato il bomber
Inserito da (admin), giovedì 6 ottobre 2005 00:00:00
Peppe Aquino, figlio di una famiglia di Boscoreale emigrata in Germania, è nato a Mainz 26 anni fa. Ma ad appena 4 anni è tornato in Italia. Primi calci nella scuola calcio napoletana dei "Pellegrini", poi la via della fortuna prima a Bologna, successivamente ad Ascoli dal 1996. L'ingresso nel calcio professionistico nel 1999 con l'Imolese. Poi Chieti, Ascoli e Frosinone, dal quale la Cavese l'ha prelevato questa estate. L'attaccante aquilotto è già entrato nel cuore dei tifosi metelliani. A suon di eurogol. Eppure, quando è arrivato alla corte di Campilongo, non è stato accolto nel modo migliore. I soliti "critici" si aspettavano un centravanti dalle caratteristiche fisiche ben diverse. Per intenderci, alla Scichilone. A scommettere su di lui in pochi. Tra questi, ovviamente, il diesse Dionisio. I 4 gol in 6 gare sinora disputate sono la migliore risposta a chi ha storto il naso al suo arrivo. Aquino il fiuto della rete ce l'ha. In poche giornate della nuova stagione ha superato la quota-gol dello scorso anno a Frosinone. La sua migliore stagione nel 2000/2001 al Chieti, con 10 reti all'attivo. Anche allora era C2. «Non voglio esaltarmi, perché è facile nel calcio poi essere smentiti - con molta lucidità precisa Aquino - ma mi sento bene fisicamente e psicologicamente. La scelta di venire a Cava è stata per me azzeccata. E' una piazza che stimola. Ci sono un programma importante stilato dalla società ed uomini motivati. Sono tutte componenti favorevoli per raggiungere obiettivi brillanti. A completare il tutto un allenatore, Salvatore Campilongo, che ci sa fare. Mi ricorda il mio vecchio mister Arrigoni per determinazione e gestione dello spogliatoio». 4 reti, tutte di pregevole fattura, quelle realizzate finora dal bomber aquilotto. A tradire le origini napoletane della sua famiglia la sua vena scaramantica. Ma anche il suo grande idolo della fanciullezza: Diego Armando Maradona. Aquino è cresciuto all'ombra del suo mito quando, ragazzino, ha iniziato a tirare i primi calci. Ma a chi vorrebbe somigliare nel calcio di oggi? «Non ho dubbi, a Shevchenko. Mi piacciono i suoi movimenti a tutto campo, il suo portamento, la sua capacità di andarsene a rete. Ma anche le sue doti aeree. E' un attaccante completo».
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