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Economia e Turismo

Il Napoli rinuncia ad Ognjenovic

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 10 ottobre 2001 00:00:00

Ognjenovic? Tutto finito. L'affare non s'è fatto e neppure si farà. Proprio così: quando tutto sembrava ormai scontato, è saltato l'accordo preso sulla parola qualche giorno fa. È accaduto, infatti, che il fantasista serbo, assieme ai nuovi documenti, quelli che gli avrebbero permesso il tesseramento, ha portato con sé da Madrid anche una novità. Una nuova proposta di contratto: non più l'impegno sino a giugno e poi, in caso di promozione in A, l'opzione a favore del Napoli per un contratto di tre anni (così s'erano lasciati), bensì, in caso di promozione in A, l'obbligo da parte del club di fargli quel contratto. Un triennale da due miliardi netti a campionato. Un'«opzione» contro un «obbligo», dunque. Questo il motivo del contrasto che ha portato alla rottura della trattativa. «Se non hanno fiducia in me è inutile che giochi sino a giugno. Mi dispiace, però. Mi sarebbe piaciuto giocare con il Napoli, club che avevo preferito ad altri», ha detto Ognjenovic ieri sera, poco prima d'imbarcarsi per Malpensa. Non a caso Malpensa, visto che, accompagnato dal manager Carlo Piazzolla, il serbo riprenderà i contatti con l'Atalanta e con il Como. Probabile, dunque, che comunque s'accasi qui in Italia. A patto, è ovvio, che qualcuno accetti le condizioni che il Napoli invece ha rifiutato. Più che dispiaciuto per il mancato ingaggio, la società partenopea s'è mostrata indispettita. Soprattutto il diesse Pavarese, inutilmente impegnato per giorni nella trattativa. E proprio Pavarese, ieri pomeriggio, in un hotel del lungomare, ha chiuso il discorso, definendo «inaccettabili» le nuove condizioni. Il Napoli, insomma, s'è sentito un po' «preso per il collo». Ma non solo. Probabilmente neppure se l'è sentita di impegnarsi «al buio» per un eventuale contratto di tre anni per la bella cifra di dodici miliardi lordi. Comunque sia, anche l'ipotesi Ognjenovic è andata a monte. Un peccato, forse. Pensando un po' alla lunga, infatti, sarebbe stato interessante vedere assieme, l'uno accanto all'altro, Stellone ed il trequartista serbo. Una linea d'attacco tutta nuova e, perché no, anche ben assortita. Nulla da fare, invece. Il Napoli resta così com'è; per ingaggiare quell'attaccante che gli serve dovrà aspettare che si apra il mercato di gennaio. Ammesso che nella vetrina delle ultime occasioni ci sia, poi, qualcosa che davvero faccia al caso d'una squadra che spera d'avere, almeno allora, ambizioni da classifica eccellente. Questo per l'attacco. Perché per il centrocampo, per la «cabina di regia», il Napoli potrebbe trovare una scappatoia anche in regime di mercato chiuso. Grazie ad una risoluzione di contratto con il Parma, infatti, a Napoli, se De Canio dirà «sì», può arrivare Giampiero Maini, trent'anni, centrocampista dal piede discreto, ma, soprattutto, uomo capace d'organizzare la manovra. Tipo di giocatore, questo, che manca al Napoli, ricco soltanto di incontristi. Ed il Parma - così come il calciatore - non s'opporrebbe a questo piano. Maini passerebbe, così, completamente al Napoli, che gli confermerebbe il contratto in corso, un miliardo e mezzo netto a campionato, ma risparmiando i quattro mesi di stipendio che il Parma ha già pagato. Maini, dunque, l'obiettivo più immediato. Ma il più importante e necessario resta sempre l'attaccante.

Contro la Samp a Benevento

Il Napoli giocherà a Benevento e non più ad Avellino le prossime gare. Almeno tre: con la Samp, il Crotone e forse anche il recupero col Vicenza. Troppi i lavori che occorrono al Partenio. Meglio il «Santa Colomba», che avrà bisogno «solo» di rendere più efficaci i sistemi di sicurezza e di migliorare il prato. La decisione ieri in Prefettura a Benevento, dopo un sopralluogo al campo.

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