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Economia e Turismo

Il Napoli in silenzio stampa

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 27 novembre 2002 00:00:00

Pace: è questa la parola più giusta, quella che meglio fotografa il "day after" delle esternazioni di Salvatore Naldi (nella foto). La squadra accetta la spiegazione del diesse Marchetti, che parla a nome del presidente, ed inizia un silenzio stampa di due giorni. Perché non ha gradito certe affermazioni, considerate false e pretestuose; perché sarebbe stato imbarazzante commentare la frase di Naldi, dopo che lo stesso presidente l'ha ridimensionata. Dopo un'oretta trascorsa a Soccavo, Naldi è costretto a partire per impegni di lavoro assunti in precedenza. Oggi o domani, incontrerà gli azzurri. Dirà personalmente «ai ragazzi» che le sue parole sono andate oltre il suo pensiero. La dichiarazione del presidente («Evidentemente, i calciatori non sono attaccati alla maglia») suscita più di un dubbio. Innanzitutto nella squadra, poi anche in altre persone, che ipotizzano i rischi di una tale considerazione. Non a caso, è pesante l'aria che si respira al Centro Paradiso ed è ancora più attenta del solito la vigilanza degli agenti, degli uomini della Digos e dei «falchi». Capitan Stellone e gli altri commentano i titoli dei giornali con la frase di Naldi. Logica la preoccupazione: se è il presidente a mettere sul banco degli imputati i calciatori, non tecnicamente, ma quanto ad impegno, è davvero la fine. C'è da preoccuparsi, soprattutto per l'impatto che una frase del genere può avere su una tifoseria totalmente delusa, amareggiata ed in parte violenta. Naldi arriva a Soccavo mentre quasi tutti sono ancora in campo. Ad assistere all'allenamento, Marchetti, il segretario Vallefuoco, il responsabile dell'ufficio stampa, Vigliotti. Per pochi minuti, si nota anche il diggì Raffaele Russo, che a giorni uscirà dal Napoli. Naldi arriva e convoca Vigliotti, al quale fornisce indicazioni: «Faccia sapere che quando dico che qualcuno può rimanere a casa, mi riferisco ai teppisti, non ai tifosi». Poi incontra Marchetti ed in seguito va via. L'allenamento finisce e Marchetti parla alla squadra nello spogliatoio. Le fa capire l'«infortunio» verbale capitato al presidente. La squadra comprende ed aspetta di incontrare il patron, che in più occasioni si è dimostrato sin troppo affettuoso: «Ricordate che troverete in me sempre uno disposto ad ascoltarvi, a parlare dei vostri problemi». Nella concitazione dell'intervista di Naldi, c'è stata quella che Colomba definisce «un'affermazione fatta in senso bonario, una frase che gli è sfuggita». Un errore ritenerla «male interpretata»; comprensibile, invece, il prosieguo del suo commento: «So quanto è forte e reciproca la stima tra il presidente e la squadra. La società è sempre stata molta vicina ai ragazzi». Il solo a parlare, dunque, è Colomba (nella foto), che si sofferma sul momento della squadra: «Non ho mai avuto nella mia carriera una squadra così compatta. Il ginepraio di voci nasce solo dalla mancanza di risultati. Il rapporto società-allenatore-calciatori è ottimo. Mi auguro che, in tempi brevi, possa essere buono anche con il pubblico, che ora non apprezza il nostro lavoro, lavoro che, comunque, è molto serio. Sono certo che riusciremo a ricucire il rapporto con la tifoseria». Una pausa e Colomba parla di Napoli-Palermo: «Venerdì sera cercheremo la vittoria a tutti i costi. Non è solo la gente a volerla, siamo noi per primi a desiderarla. La squadra è concentrata sul lavoro e non vede l'ora di uscire da questa brutta situazione. Spesso, ho notato segnali importanti di riscossa, poi errori ed ingenuità ci hanno fatto ripiombare nel buio. Comunque, le difficoltà cementano la squadra. Siamo tutti sulla stessa barca. In questo momento, ho bisogno dell'apporto di tutti: anziani e giovani. Questi ultimi dovranno maturare in fretta».

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