Tu sei qui: Economia e TurismoD'Amico: "Voglio restare, anche per Catello"
Inserito da (admin), mercoledì 26 aprile 2006 00:00:00
Si deve guardare avanti. La vita regala, purtroppo, non solo sorrisi. E così, proprio nel momento più bello per molti giocatori aquilotti, nel giorno della promozione in C1, la tragica fine di un amico e compagno di squadra ha rovinato la festa. Con il cuore a pezzi, la squadra ha vissuto come in un incubo senza fine il "day after". Una domenica di Pasqua che non dimenticheranno mai più. Tony D'Amico, bandiera di mille battaglie con la maglia biancoblù, unico superstite della precedente promozione, quella dalla serie D alla C2 dell'era Somma, ha subito il bruttissimo colpo e ne porta ancora i segni dentro di sé. E' a pezzi il calciatore nato a Popoli 26 anni fa, ma ormai cavese d'adozione. Anche se vive da 4 anni a Vietri sul Mare, è la città dei portici la sua patria. Ed i tifosi aquilotti lo hanno sempre sentito uno di loro. Come lo era diventato il compagno ed amico Catello Mari.
«Che dire, sono senza parole e con il cuore piangente, ma ora dobbiamo onorare questo finale di campionato in suo onore». A Carrara, però, la voglia è mancata. Tony è stato in panchina e non ha giocato nemmeno uno spicchio di partita. Non c'era all'appello fatto da Sasà Campilongo. Con il corpo al seguito della squadra, ma con la mente ed il cuore intenti a giocare su altri prati. «Sono stato con Catello sino alla fine della festa, che si è protratta fino al mattino seguente, e non riesco ancora a capacitarmi di come sia stato crudele ed ingiusto il destino. Spero di superare questo vuoto che ho dentro ed onorare meglio la memoria di un caro amico fraterno. Magari con prestazioni esaltanti sul campo».
La tragedia ha avuto un grande effetto su tutto il clan metelliano. Ha cementato l'amicizia laddove era superficiale, ha fatto miracoli tra chi aveva avuto qualche inevitabile piccolo-grande screzio. Ed ora tutti vogliono continuare a vestire quella maglia biancoblù. Catello Mari, come un grande attore che muore sul palcoscenico, è scomparso dopo una "prima" trionfale. I suoi compagni lo ricorderanno per sempre. «Dopo quello che è successo - ribadisce Tony D'Amico - più nulla sarà come prima, e non è retorica. Spero di continuare a vestire questa maglia, che ha indossato anche lui con grande rispetto e dedizione. Naturalmente, non è questo il momento giusto per pensare a ciò. Ma sarei un uomo felice e realizzato se per me ci potesse essere ancora spazio qui a Cava, perché la Cavese è ormai una parte di me, della mia vita. Nel futuro di questa Cavese voglio recitare ancora, se me lo permetteranno, un ruolo da coprotagonista. Il protagonista numero uno è stato lui, il leone Catello».
Intanto, quel gesto simbolico, ma toccante, registrato a Carrara, il ritiro della maglia numero 6 di Catello Mari, e l'utilizzo di un calciatore senza numerazione, Alberto Nocerino, non ha avuto ripercussioni da parte della giustizia sportiva. Nell'ultimo comunicato ufficiale della Lega non c'è traccia di punizioni, come invece si paventava in giro. Almeno per una volta, sui regolamenti, sempre freddi e talvolta incomprensibili, hanno prevalso le ragioni del buon senso e del cuore. Finalmente!
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