Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, spettacolo in campo e sugli spalti
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 3 febbraio 2003 00:00:00
La Cavese torna davanti al proprio pubblico, dopo i cinque turni di stop forzato del "terreno amico", ed è il trionfo. Gli uomini di Mario Somma, mimetizzato nei Distinti per l'ultima giornata di penitenza affibbiatagli dal giudice sportivo, hanno avuto la meglio con grande disinvoltura sull'avversario di turno. Il Trapani di Mazzara, però, si era presentato minaccioso. A testimoniarlo, il gol in apertura. La difesa meno perforata del girone, quella aquilotta, incappa nella dormita di turno e dà il via libera all'ottimo nigeriano Okoley, che trova l'insperato vantaggio. E' il minuto numero 1. Scende il gelo sul "Lamberti". La reazione metelliana, però, è veemente, da prima della classe. Lo sbandamento dura appena cinque minuti, il tempo necessario per trovare il pareggio. E' il 6' quando D'Aniello dal limite costringe Mistretta alla parata difettosa. Sulla sfera vagante nell'area di porta si avventa Dos Santos (nella foto in alto), che realizza. Passata la paura, la Cavese comincia a macinare gioco. Il gol del vantaggio è nell'area ed arriva puntualmente al 28'. Protagonista Mangiapane, la cui punizione dalla sinistra è un siluro. Mistretta se la trova addosso e goffamente devia la palla alle sue spalle. Una volta in vantaggio, diventa tutto più facile per i metelliani, davanti ai quali si aprono autentiche autostrade per le loro folate in contropiede. Nella ripresa la musica non cambia: sugli scudi la Cavese, in difficoltà il Trapani. Ed al 4' ci pensa Di Matteo a triplicare. Di Vito inventa, D'Aniello perfeziona e l'attaccante, ultimo arrivato in casa biancoblù, insacca di testa. Ormai non c'è più storia, la Cavese è padrona assoluta del campo. Ma una lunga serie di occasioni in contropiede non sfruttate al meglio dagli aquilotti manda su tutte le furie mister Somma (nella foto), che dal settore Distinti grida al gruppo di essere più cinico. Il Trapani cerca di farsi pericoloso con i suoi uomini migliori, ma al 20' saltano i nervi ad Italiano, che si guadagna il cartellino rosso per fallo di reazione, ed è buio pesto per i siciliani. Resta solo la reazione di Torre, che al 22' impegna su punizione Ambrosi, che vola all'incrocio dei pali per mettere in angolo. Un minuto più tardi il poker della Cavese. D'Aniello si fa largo in contropiede e, sull'uscita di Mistretta, lo beffa con un tocco vellutato. E' l'apoteosi. La partita si trascina senza altre grosse emozioni fino al fischio finale. Poi l'abbraccio simbolico della squadra sotto la Curva con i suoi tifosi.
ESPLODE LA FESTA DEI TREMILA
Tanti spettatori per il ritorno al "Lamberti". In tribuna anche il sindaco Messina e don Carlo Papa, vicario dell'Arcivescovo Soricelli
La festa annunciata c'è stata. Per il ritorno in casa della Cavese, dopo il lungo esilio di cinque giornate imposto dalla giustizia sportiva, lo stadio amico si è di nuovo riempito. In oltre 3.000 hanno risposto all'appello che la società aveva lanciato ed hanno potuto gioire per una vittoria che vale doppio. In tribuna, a salutare l'evento, il sindaco Alfredo Messina e, in rappresentanza dell'Arcivescovo Orazio Soricelli, il vicario don Carlo Papa. «Era un'occasione importante e credo che la risposta dei tifosi - sottolinea il primo cittadino - ci sia stata tutta. Quei cori, quelle bandiere e quel calore messo in mostra dal primo all'ultimo minuto rappresentano quanto di più sano ci sia in questa città, a dispetto di chi ci ha voluto dipingere come un popolo di violenti e di manigoldi. Lo sport è un'importante cartina di tornasole dello stato di salute sociale di una città. Cava è sana e lo dimostra quando è chiamata a darne testimonianza». Nei giorni scorsi, la società e la squadra erano stati ricevuti da Monsignor Orazio Soricelli, rappresentato ieri allo stadio dal suo vicario, don Carlo Papa, che ha commentato: «Sono contento per tutti. Abbiamo vissuto una giornata di sport e di grande festa, nonostante il freddo glaciale». Quasi come per la parabola del figliuol prodigo, gli aquilotti sono rincasati dopo l'esilio e hanno ricevuto la stretta calorosa del proprio pubblico. Anche quelle frange "antisocietà" (gli ultrà del gruppo "Noi di Cava" in testa) si stanno ricredendo. Ce l'hanno sempre con la società, per il recente passato macchiato dalle due retrocessioni, ma un segnale di disgelo è partito. Il vento, dunque, sembra aver cambiato direzione. C'è voglia di ricostruire un clima nuovo ed a beneficiarne non sarà solo la Cavese. «Abbiamo dimostrato come Amministrazione comunale di voler essere vicini - aggiunge il consigliere comunale con delega allo Sport, Carmine Adinolfi - agli sportivi cavesi, a quelli veri. La scorsa settimana, abbiamo montato allo stadio un maxischermo per vivere insieme i momenti esaltanti della trasferta a Siracusa. Ma eravamo pronti a vivere insieme anche quelli eventualmente negativi». Il sindaco Messina ha assistito in tribuna stampa a tutto il match con il Trapani, poi è sceso negli spogliatoi per salutare la squadra ed i dirigenti. «Questo ritorno al "Lamberti", dopo il calvario vissuto, mi auguro possa essere di esempio. Dobbiamo fare in modo che domeniche come questa che abbiamo vissuto insieme siano sempre di più. E soprattutto, diventino sempre occasione di grande festa per tutti, salvaguardando alla base i principi sportivi. L'invito è rivolto a tutti. Cava è questa di oggi, non certamente quella che è uscita fuori in episodi passati da peggiore cronaca nera. Quelle pagine non le vogliamo mai più leggere».
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