Tu sei qui: Economia e TurismoCavese decimata dal giudice sportivo
Inserito da (admin), mercoledì 28 aprile 2004 00:00:00
La mazzata del giudice sportivo si è abbattuta puntuale sulla Cavese. Alla sconfitta del "Flaminio" si è aggiunto ieri pomeriggio, infatti, il bollettino di guerra degli squalificati. Due giornate per comportamento antisportivo nei confronti dell'arbitro più una per somma d'ammonizioni per Mario Chianello; una giornata ciascuno a Scichilone, D'Amico e Leone. Insomma, piove sul bagnato in casa biancoblù. Alla vigilia dell'incontro con la Fidelis Andria, la squadra esce decimata ed Ezio Castellucci, il suo tecnico, avrà il suo buon da fare per turare le falle che si sono aperte nella formazione nella giornata in cui si decide il destino aquilotto. Ieri pomeriggio, intanto, clima tesissimo alla ripresa degli allenamenti. Un gruppo di tifosi ha contestato civilmente, ma anche con forza e decisione, i giocatori ed il tecnico, sotto gli occhi vigili di alcuni tutori dell'ordine. Sotto processo la prova contro la Lodigiani. Lo scivolone evitabilissimo del "Flaminio" non è andato giù agli sportivi metelliani, che stanno rivivendo l'incubo di giornate già vissute in un recente passato. Sulla strada della salvezza resta, ora, solo un'occasione per evitare la coda play-out. Domenica al "Simonetta Lamberti" bisognerà battere la Fidelis Andria. Ma i pugliesi, che lottano a denti stretti con un gruppo di agguerrite concorrenti per uno dei quattro posti utili per i play-off, non saranno docili agnellini sacrificali. E, dunque, sarà un'impresa improba raccogliere il massimo della posta in palio. Intanto, si preannuncia un mini-esodo dalla Puglia di tifosi andriesi. Sono stati richiesti 500 tagliandi in prevendita. Nonostante l'emergenza formazione, Ezio Castellucci prova a suonare la carica: «Non c'è spazio per nessun tatticismo. Dobbiamo e possiamo vincere contro la Fidelis Andria, anche se le assenze dei due fari di centrocampo, Leone e D'Amico, e degli altri due titolari, Scichilone e Chianello, ci complicheranno la vita».
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