Tu sei qui: Economia e TurismoAl Napoli servono tre imprese
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 22 maggio 2001 00:00:00
Un'impresa. Sì, se il Napoli si salvasse sarebbe davvero una cosa eccezionale. Per certi versi inspiegabile, alla luce del passato azzurro più recente. Perché per salvarsi il Napoli dovrebbe cambiar pelle, abitudini, giocare soprattutto. In breve, dovrebbe diventare un'altra squadra per non perdere più di qui alla fine o, almeno, per vincere due delle tre prossime e anche ultime partite. Gare in cui il Napoli giocherà solo una volta in casa (contro la Roma, con la quale, comunque, dovrebbe almeno pareggiare), è evidente che la sua salvezza debba passare per i punti da arraffare fuori. Ed è a questo punto che arriva l'impudente e quasi impossibile domanda: riuscirà il Napoli a vincere a Udine ed a Firenze e «almeno» a pareggiare con la Roma?
Ebbene, perché ciò possa accadere non basterà un'impresa: ce ne vorranno tre. L'insegna l'esperienza, ovvero, lo score napoletano, soprattutto quello fuori casa. Numeri poveri, infatti, quelli degli azzurri. Poco incoraggianti e nemici d'ogni felice previsione. Per cominciare, delle 15 partite giocare fuori casa, sino ad oggi il Napoli ne ha vinte solo 2, perdendone 9 e impattando 4 volte. A Roma con la Lazio e poi col Bari i due successi esterni: il primo alla tredicesima e l'altro alla ventiseiesima giornata. Il che, arrotondando il conto, vuol dire che riesce a vincere fuori casa soltanto una volta ogni cento giorni. E ora, pensate, dovrebbe centrare due vittorie in due settimane. Un'impresa. Anzi, due imprese, non vi pare?
Altri numeri? I gol. Fuori casa il Napoli ne ha segnati 11, beccandone 28. Media: 0,7 gol fatti a partita e 1,8, invece, presi. C'è poco da fare: pure questo dato non è confortante. Il primo, soprattutto, visto che per vincere bisogna necessariamente fare un gol più dell'avversario e che, invece, l'attacco azzurro «formato esportazione» vince il confronto solo con il Bari: 8 gol fuori casa.
Però... però si gioca in due e questo vuol dire che uno sguardo ai numeri dell'altro bisogna pure darlo. Ed ecco, allora, che - incredibile ma vero - l'unico incoraggiamento per il Napoli proviene dall'Udinese. Lieve, leggero, impalpabile quasi, però meglio che niente. L'Udinese, infatti, almeno in difesa, quando gioca in casa non è più quel mostro di squadra chè stato in avvio di campionato. Anzi, ha perduto ben quattro delle ultime cinque gare. E le ha perdute pure malamente, incassando 11 gol. Unico alibi, l'aver incrociato in questo scorcio nero la Juve, il Parma ed anche la Roma.
Poi, sempre sbirciando in casa bianconera, altri due dati. Uno per il Napoli assai positivo e l'altro proprio no. Quello positivo per gli azzurri: la difesa udinese in casa è spesso una comodità per l'avversario; ha incassato infatti, la bellezza di 27 gol: solo due meno del Bari, leader della classifica dei «buchi». Media: 1,8 gol subiti in ogni gara. La cosa sarebbe interessante se non ci fosse, invece, in casa, la buona capacità di «fuoco» dell'attacco, forte di 30 gol in 15 gare (ovvero, 2 a partita): uno più della Roma e quarto in campionato dopo Milan, Lazio e Parma.
Numeri. Che contano, ma sino a un certo punto. Numeri che il campo può smentire. Ma, si capisce, solo se il Napoli diventerà un Napoli diverso. E ad aiutarlo in questo può essere il suo giocatore più discusso, ma anche più dotato di talento. Sì, proprio Edmundo, il quale ha già dichiarato che «con un gruppo unito non v'è nulla che non possa accadere». Giusto. Ora tutto sta a capire se il Napoli è un gruppo unito oppure no.
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