Tu sei qui: Economia e TurismoA Modena un Napoli allo sbando
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 11 settembre 2001 00:00:00
Un disastro, un crollo, una disfatta. Il Napoli rimedia un altro colpo. Le prende dal Modena che ancora sa di serie C, stavolta, ed è giusto così. Giusto, perché il Modena ha sempre comandato la partita, mentre il Napoli l'ha subita. Una brutta storia, insomma, questa gara che ha riproposto tutti i difetti, i limiti, le manchevolezze e le miserie azzurre. Che differenza, amici. Essere tifoso del Modena oggi è una fortuna. Perché qui il calcio è un po' come il lambrusco: fa buon sangue. Perché è ubriacante, divertente. E perché, divertendo divertendo, neppure perde un colpo. Non v'è mistero, dunque, nel miracolo De Biasi. A meno che non si consideri un miracolo giocare a mille all'ora e senza aver paura di nessuno. Aggredire, correre e divertirsi: questo il mix che fa il Modena vincente. Giusto l'opposto di un Napoli depresso nella geometria, nel moto, persino nei buoni sentimenti di mezza settimana.
Il primo tempo è una lezione. O, se volete, una mortificazione per il Napoli, ridotto subito a squadretta. Non v'è spazio e non v'è tempo per una giocata degna di tal nome per gli azzurri in eterna sofferenza. Al Modena che va sulle fasce, che va al centro, che in difesa gioca sul velluto, che a centrocampo non trova opposizione ed in attacco fa il comodo suo, infatti, il Napoli non oppone nulla. Il niente. Il vuoto. E le spiegazioni sono tre. La prima è... fisica. Il Modena, cioè, ha un ritmo che il Napoli non s'è mai permesso. La seconda è di gioco. Ovvero, il Modena, nonostante gli errori che la velocità comporta, disegna schemi puntuali ed efficaci. Il Napoli, invece, i suoi schemi li prova e li riprova in settimana, ma poi in partita si «scorda» d'applicarli. Tattica, poi, la terza ragione. Mancando Stellone, infatti, al Napoli manca un riferimento là davanti, ma manca soprattutto un giocatore capace di difendere il pallone e, quindi, di dare il tempo alla resto della squadra di «salire» e disporsi alla manovra. Insomma, costretto a cambiare il proprio sistema, costretto a cercare la giocata palla a terra per avvicinarsi alla porta modenese, il Napoli non s'è più ritrovato. Ed un po' per «colpa» d'un Modena padrone e molto per limiti personali, è andato in crisi. Certo, nel calcio si dice che «dove non porta il piede spesso può portare il cuore», ma si sa che il Napoli di «cuore» non ne ha molto. Che, cioè, non ha capito ancora che cos'è questa maledetta serie B. Morale: in campo il Modena sembra un'affettatrice, mentre il destino azzurro è quello del culatello. Cosicché non c'è da meravigliarsi se il Modena va in gol. Paradosso vuole che colpisca in contropiede, che punisca il Napoli appena questi tira la testa fuori dall'area di rigore. Ma che conta? Dunque, nonostante gli estremi tentativi di Mancini, palla in porta a metà primo tempo (24') con Fabbrini. Che è il «peggiore» dei modenesi in campo, ma che ha buona mira. Poi accade quello che proprio non t'aspetti: segna Rastelli (nella foto in basso). Per carità, non per Rastelli che è bravo (36') a sfruttare quell'unica occasione, ma per il Napoli, che sembra miracolato dal pareggio. Ma dura poco l'illusione. Un solo minuto. Quanto basta perché Fabbrini, di testa, segni il secondo punto personale. Il terzo, invece, è di Fantini ed anche stavolta il gol arriva in contropiede. Punito così, un'altra volta, il Napoli che prova a far qualcosa. Un Napoli che tardivamente De Canio prova a raddrizzare prima con Floro Flores per Magoni, poi con Baccin per Saber, infine con l'acerbo (pure lui) Montezine al posto di Bonomi. Dunque, il Napoli ha un moto d'orgoglio, un'ombra di reazione, ma è davvero poca cosa, favorita, forse, anche dal fatto che, un po' per il 3-1 e un po' per la stanchezza, il Modena rallenta. Comunque sia, il Napoli un risultato riesce ad ottenerlo: se non segna, infatti, almeno sino alla fine prende solo un altro gol. Su punizione, da Grieco, quasi allo scadere.
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