Tu sei qui: Economia e Turismo2 ultrà restano in cella, 4 ai domiciliari
Inserito da (admin), mercoledì 20 ottobre 2004 00:00:00
Primi verdetti per gli incidenti scoppiati a Taranto: restano in carcere 2 ultrà della Cavese, concessi gli arresti domiciliari agli altri 4 ed all'unico tifoso tarantino arrestato entro 36 ore dai fatti violenti, in flagranza differita. Per Fioravante Siani, 31 anni, e Raffaele Iuliano, 29 anni, il Gip Michela Ancona ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dal pm, perché «recidivi, con condotta reiterata e infraquinquennale». Hanno fatto ritorno a casa, invece, Giovanni Ragosta, 25 anni, Andrea Lodato, 38 anni, Giovanni Rispoli, 33 anni, ed Eugenio Baldi, 18 anni, a cui sono stati concessi i domiciliari, con l'obbligo di firma in Commissariato in occasione delle partite di calcio. È stato deciso tutto in una mattinata. L'udienza di convalida degli arresti era fissata alle 10 nel carcere del capoluogo pugliese, dove i tifosi, accusati di lancio di oggetti pericolosi e di atti violenti nei confronti di Forze di Polizia, erano rinchiusi da domenica notte. Al termine della seduta, il Gip Ancona ha convalidato gli arresti per i 7 ultrà, ritenendo legittime le modalità con cui sono stati eseguiti. Il giudice si è, però, riservato di decidere sulla richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dal pm, cui ha fatto seguito la richiesta di scarcerazione presentata da Enrico Farano, legale degli ultrà cavesi. Farano ha chiesto, infatti, la concessione degli arresti domiciliari con la misura di restrizione della libertà personale, con l'obbligo di firma presso il locale Commissariato in concomitanza con le partite di calcio. L'ultimo verdetto è stato reso noto poco prima delle 14. Diverso il responso per gli ultrà perché diversa, secondo il giudice, la loro posizione, nel caso di Siani e Iuliano macchiata da precedenti specifici. Accolta, così, la richiesta di scarcerazione per Ragosta, Baldi, Rispoli, Lodato e per il tarantino Marco Pepe. Nel primo pomeriggio di ieri i 4 hanno fatto ritorno a Cava, accompagnati dal loro avvocato. Per Siani e Iuliano si sono, invece, riaperte le porte del carcere. Solo nelle prossime ore il magistrato si pronunzierà sulla richiesta di colloqui con i familiari, presentata dall'avv. Farano. Mentre la prossima settimana saranno ascoltati per un primo interrogatorio. Intanto, si aggrava la posizione dei tifosi che hanno preso parte alla guerriglia scoppiata allo "Iacovone". Tutti i 150 tifosi della Cavese sono stati identificati: ben 72 sono stati denunciati per aver partecipato a vario titolo ai tafferugli (gli inquirenti hanno formulato ipotesi di reato minore, oltre al rilascio di false generalità). Già pronte le lettere di diffida dai campi. Il provvedimento restrittivo avrà scadenza ad 1 anno e, nei casi più gravi, fino a 2 anni. Sul versante pugliese sono saliti a 60 i tifosi del Taranto identificati: oltre al giovane arrestato, sono una quindicina i denunciati. Gli inquirenti stanno vagliando nuove misure restrittive. Quasi certa la diffida, ma non si escludono provvedimenti più severi. Proseguono le indagini della Digos di Taranto, coordinati dal dott. Recchia. In queste ore gli investigatori stanno visionando i videofilmati degli agenti della Scientifica e le foto scattate nel corso degli scontri. Con il fermo immagine stanno cercando di incastrare i volti dei tifosi violenti, spesso coperti da sciarpe, cappellini e foulard. Ma non solo. Gli accertamenti della Polizia non si fermerebbero alla ricostruzione meccanica degli incidenti. Come annunciato dal questore di Taranto, Introcaso, le indagini sono mirate a ricostruire i momenti che hanno preceduto gli scontri tra le tifoserie, per cercare di provare una loro ipotesi investigativa, ovvero la premeditazione.
Seconda condanna per il "lattaio"
Era il marzo del 2000 e Fioravante Siani, detto «'O Matone», conosce per la prima volta il carcere. Finisce dietro le sbarre per 200 grammi di hashish, ritrovati dalla Polizia in una vecchia baracca in via XXV Luglio, a pochi metri dalla sua abitazione. Gli agenti formulano l'accusa di spaccio. Il giovane, impiegato nel caseificio del padre, nega: quella droga era per uso personale. Poi arrivano i provvedimenti di diffida dallo stadio e nell'aprile del 2001 un nuovo arresto. Siani finisce in manette sul treno di ritorno dalla trasferta a Torre del Greco, per gli scontri scoppiati nella stazione di Nocera Superiore. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato l'ultrà a lanciare la pietra che colpì un agente, ferendolo al naso. Pochi istanti prima, un gruppetto di tifosi aveva azionato il freno a mano per iniziare il folle lancio di oggetti contro i passeggeri fermi in stazione.
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