Tu sei qui: CronacaSì della Cassazione al crocifisso nelle aule scolastiche: «Non divide ma invita al dialogo»
Inserito da (redazioneip), venerdì 10 settembre 2021 08:27:12
«I giudici della Suprema Corte confermano che il crocifisso nelle aule scolastiche non crea divisioni o contrapposizioni ma è espressione di un sentire comune radicato nel nostro Paese e simbolo di una tradizione culturale millenarie». Lo afferma mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che commenta la sentenza con cui la Corte di Cassazione è intervenuta oggi sulla vicenda sollevata in una scuola di Terni ribadendo che «l'affissione del crocifisso - al quale si legano, in un Paese come l'Italia, l'esperienza vissuta di una comunità e la tradizione culturale di un popolo - non costituisce un atto di discriminazione».
Pur riservandosi di leggere la sentenza nella sua integralità. mons. Russo sostiene che «la decisione della Suprema Corte applica pienamente il principio di libertà religiosa sancito dalla Costituzione, rigettando una visione laicista della società che vuole sterilizzare lo spazio pubblico da ogni riferimento religioso. In questa sentenza la Corte riconosce la rilevanza dlela libertà religiosa, il valore dell'appartenenza, l'importanza del rispetto reciproco».
«È innegabile che quell'uomo sofferente sulla croce non possa che essere simbolo di dialogo - conclude il segretario generale della Cei -, perché nessuna esperienza è più universale della compassione verso il prossimo e della speranza di salvezza. Il cristianesimo di cui è permeata la nostra cultura, anche laica, ha contribuito a costruire e ad accrescere nel corso dei secoli una serie di valori condivisi che si esplicitano nell'accoglienza, nella cura, nell'inclusione, nell'aspirazione alla fraternità».
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