Tu sei qui: CronacaUna vacanza da incubo
Inserito da (admin), martedì 8 luglio 2003 00:00:00
Una vacanza tramutatasi in un inferno. Attesa per un anno, maledetta in poche ore. E' la storia capitata ad Alfonso Lodato, 32 anni, coniugato, con due splendide bimbe di 21 mesi. Partito per Capo Rizzuto per una vacanza di una settimana, costretto a tornare deluso e con tanta rabbia in corpo. Si è rivolto all'Unione Nazionale Consumatori, Comitato cittadino di Cava, per avere giustizia. «L'avventura di Alfonso Lodato - ha affermato il presidente del Comitato, l'avv. Luciano D'Amato - ha dell'incredibile. Purtroppo, non sono pochi i casi che si verificano. Per questo motivo, abbiamo fatto una denuncia-esposto». Della vicenda sono stati investiti la "Polycastrum Viaggi", l'Agenzia di Viaggi "A.P.M." di Cava, la direzione del villaggio "Club Cala Greca", le Camera di Commercio di Crotone e di Salerno. E' stato chiesto un risarcimento dei danni subiti e subendi. «Non è questo - afferma Alfonso Lodato - che è importante per me. E' la rabbia che ho in corpo. Sono stati due giorni di inferno». Per un anno, con la moglie aveva pensato alla vacanza. Assaporavano già la gioia di poter trascorrere con le due bambine di 21 mesi una settimana tranquilla, in piena serenità. Lodato aveva acquistato un'offerta di un pacchetto presso l'Agenzia e, fino a poche ore dalla partenza, si era preoccupato se tutto fosse in ordine. Ampie le rassicurazioni. Di buon mattino, con la moglie e le bambine, intraprende il viaggio. Giunti a Capo Rizzuto, si recano nel villaggio "Club Cala Greca". Entrati nel villaggio, le prime delusioni: il gestore dichiara che per motivi tecnici l'aria condizionata non funziona, c'è la possibilità di poter essere trasferiti in un altro villaggio. Alfonso è titubante, si meraviglia, visto che fino a poche ore prima gli era stato assicurato che era tutto a posto. Il villaggio è in piena ristrutturazione. Quello alternativo propostogli è su in montagna. «Il mare lo avrei visto con il cannocchiale. Avrei dovuto servirmi di una navetta, che il sabato e la domenica era già adibita per il prelievo degli ospiti dalla stazione ferroviaria. Una babilonia! Intanto, le bambine e noi stessi non avevamo mangiato. Mi è stata, poi, assegnata una stanza due metri per due metri. Mi sono arrabbiato e da solo ho trovato un alloggio momentaneo, deciso a tornare a casa». Intanto, le bambine, stanche, non si reggevano in piedi, con una delle due costretta addirittura a recarsi in ospedale per la febbre alta. Lo strapazzo della giornata era stato allucinante! L'indomani, di buon mattino, Alfonso Lodato si reca di nuovo al "Club Cala Greca" e chiede l'annullamento della settimana. Si rivolge persino alla Caserma dei Carabinieri. Finalmente parte e torna a casa. «Le proposte alloggio e sistemazioni alternative erano del tutto inaccettabili e prive di pregio. Ancora oggi, le bambine e mia moglie stanno pagando lo stress ed il disagio di quei giorni». E' molto arrabbiato, adesso spera di ottenere giustizia. Almeno questo, visto che ormai il caso farà parte delle annuali statistiche delle vittime dei disastri (a dir poco) organizzativi che pure affliggono l'altrimenti poderosa macchina del turismo. Intanto, il titolare dell'Agenzia Viaggi "A.P.M.", Andrea Manzo, tiene a sottolineare che, interessato dallo stesso Alfonso Lodato, si è sentito con i corrispondenti: «Effettivamente, in quei giorni, per motivi tecnici, non funzionavano l'acqua calda e l'aria condizionata. Ma certamente sarebbero stati ripristinati in pochissimi giorni. Al signor Lodato era stata offerta un'alternativa confortevole: un albergo a quattro stelle. Ma Lodato è stato irremovibile, di qui la sua decisione di voler abbandonare la struttura. Siamo rammaricati dell'accaduto».
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