Tu sei qui: CronacaUn tavolo di concertazione sull'abusivismo
Inserito da (admin), martedì 24 marzo 2009 00:00:00
Il problema dell’abusivismo edilizio a Cava de’Tirreni, le sue ricadute sociali ed i tentativi politico-amministrativi per offrire risposte, continuano a tenere banco in città e tra le forze politiche.
A questo proposito, il giovane consigliere comunale e Presidente della Commissione Urbanistica, Antonio Palumbo, ha pensato alla realizzazione di un tavolo di concertazione per rielaborare e rivedere la normativa urbanistica, compatibile con le attuali esigenze e con la conservazione dell’ambiente.
«Credo che l’unica ipotesi praticabile sia un tavolo di concertazione per intervenire sul problema - dichiara Palumbo - Non possiamo continuare ad "incartarci" tra Comune, Provincia e Sovrintendenza in una congerie immane di vincoli che si sovrappongono, di leggi nazionali e regionali che hanno imbrigliato il nostro territorio». Queste le affermazioni del consigliere, dalle quali traspare un'amara preoccupazione ed una motivazione in più per la risoluzione del problema.
Citando la legge n. 35 del 1967, Palumbo ha ribadito che si tratta di una normativa fortemente restrittiva e vincolante per il Piano Urbanistico Territoriale, che ha salvaguardato il territorio, gli ambienti ed i comparti più pregevoli, ma allo stesso tempo ha dato modo all’abusivismo di proliferare.
Maggiore peso ed importanza vanno attribuiti alla Convenzione Europea del Paesaggio del 2000, in cui viene precisato che gli ambienti ed i paesaggi rappresentano entità territoriali percepite e vissute dalle popolazioni che vi abitano. Sono proprio i cittadini che danno identità al territorio a cui appartengono, ma questo non deve ledere la bellezza e la naturalità del territorio stesso.
Ciò è possibile, ha precisato Palumbo, grazie ad un'eventuale rivalutazione del Piano, utilizzando nuove modalità: sarebbe disposto anche a scrivere ed inviare una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri per evidenziare e rendere note non solo le problematiche cavesi, ma anche quelle dell'intera Campania.
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