Tu sei qui: CronacaUltrà indagati, spuntano i leader
Inserito da (admin), giovedì 24 giugno 2004 00:00:00
Chi portava lo striscione che inneggiava alla violenza contro gli agenti del Commissariato locale? Chi aveva scritto quei messaggi apparsi sull'edizione dell'Acidino per diffondere l'odio contro la Polizia? Ed ancora, cosa legava il gruppo dei 58 ultrà indagati con gruppi politici aventi finalità eversive ed a sfondo razzistico? Potrebbe portare a nuovi sviluppi l'esame della videocassetta registrata dagli agenti del Commissariato di Cava ed ora in possesso della Procura di Salerno per l'inchiesta a carico dei 58 ultrà biancoblù, indagati per adunanza sediziosa e vilipendio nei confronti delle Forze di Polizia. Dallo studio dei fotogrammi, estrapolati dal corteo non autorizzato del 30 novembre scorso, gli inquirenti sarebbero in grado di individuare ruoli e responsabilità diverse nei confronti della banda. Insieme ai numerosi partecipanti, ci sarebbe chi avrebbe svolto, invece, il ruolo di leader. Il materiale sequestrato nelle abitazioni e nelle sedi dei circoli del tifo organizzato servirebbe proprio a provare queste responsabilità ed il preciso organigramma, in cui si evidenziano ruoli diversi all'interno dell'organizzazione. Sciarpe, striscioni e volantini sequestrati dalla Polizia avrebbero avuto un riscontro dall'esame della videocassetta. Per i giudici del Tribunale del Riesame, che hanno rigettato nei giorni scorsi la richiesta di dissequestro del materiale sequestrato, questo filmato e quei fotogrammi non solo avrebbero portato all'identificazione del sostanzioso gruppo di tifosi, ma avrebbero messo in luce una verosimiglianza tra le ipotesi di reato avanzate dagli inquirenti e le risultanze processuali. E mentre continuano gli accertamenti, si attendono le nuove mosse della difesa, rappresentata da un folto numero di avvocati (Marco Senatore, Enrico Farano, Teresa Sorrentino, Giovanni Del Vecchio), che ribadiscono la loro posizione: «Quanto è stato prelevato dalle abitazioni dei nostri assistiti non ha alcuna pertinenza con i fatti contestati. Nei circoli, dove i tifosi sono soliti riunirsi, non hanno trovato nulla di compromettente. Nelle loro case hanno portato via di tutto, anche giubbotti, foto e sciarpe, che non rappresentavano certo uno strumento di minaccia o di istigazione alla violenza. Il video prova solo la loro passione calcistica».
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