Tu sei qui: CronacaTruffa all'Inps, in 17 a giudizio
Inserito da (admin), venerdì 16 gennaio 2015 00:00:00
Accusati di aver truffato l’Inps tra il 2007 ed il 2008 per un danno alle casse dello Stato superiore ai 100mila euro. Incassati assegni familiari e di maternità non dovuti. Finiscono sotto processo il titolare, consulenti e dipendenti di un’azienda ceramica di Cava de’ Tirreni. La decisione è stata presa dal Gup Dolores Zarone, che ha accolto la richiesta della Procura ed in particolare del pm Guglielmo Valenti.
Compariranno davanti al giudice monocratico presso il Tribunale di Salerno, Ubaldo Perrotta, il prossimo 12 maggio: Alfredo Corinaldesi, 54enne di Cava de’ Tirreni, titolare dell’attività commerciale; Gerarda De Vivo, 39enne di Sant’Egidio del Monte Albino; Alessandro Di Bartolomeo, 39enne di Pagani; Anna Barbarulo, 52enne di Nocera Inferiore; la 39enne Rosa Gargiulo, nata a Gragnano, ma residente a Sant’Egidio del Monte Albino; Lucia Attianese, 43 anni, di Pagani; Stella Violante, 46enne di San Marzano sul Sarno; Fortuna Bisogno, 52enne, nata a Cava de’ Tirreni, ma residente a Pagani; Rosa Vito, 39enne di Pagani; la 60enne paganese Giuseppina Clemente; la 55enne Maria Ruggiero di Pagani; il 44enne Baldassarre Barbato di Pagani; Nunzio Sorrentino, 53 anni, paganese; la 32enne Federica Cannavacciuolo, nata a Nocera, ma residente in provincia di Cagliari (Quartu Sant’Elena); il 64enne cavese Giovanni Bruno; Giacomo Russo, 54 anni, di Pagani; Isabella Sessa, 35enne di Pagani.
Avrebbero indotto in errore le amministrazioni competenti in ordine alla sussistenza dei presupposti per il riconoscimento e l’elargizione ai fittizi dipendenti delle prestazioni previdenziali (indennità di disoccupazione - assegno nucleo familiare e maternità). Si procuravano l’ingiusto vantaggio patrimoniale consistito dalla somma complessiva pari a circa 76mila euro (importo aggiornato a luglio del 2009) suddivisa tra i lavoratori, come certificato dall’elenco rilasciato dall’Inps, con corrispondente danno per l’ente previdenziale. Inoltre, Alfredo Corinaldesi ed il paganese Alessandro Di Bartolomeo in concorso tra loro, come scrive la Procura, «utilizzavano nella dichiarazione annuale dei redditi per l’anno di imposta 2007 la fattura 11 dell’importo totale di 24mila euro (comprensivo di Iva) emessa il 21 dicembre del 2012 da una ditta relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti».
Per queste accuse il Giudice per l’udienza preliminare, Dolores Zarone, ha deciso di mettere sotto processo i 17 imputati, che ora dovranno difendersi nell’aula del Tribunale di Salerno a partire dal prossimo 12 maggio. Del collegio difensivo fanno parte, tra gli altri, Damiano Balestrieri, Rosa Fezza e Gerardo Ferrara.
I controlli dopo una denuncia
La vicenda nasce da alcuni controlli effettuati dalla Guardia di Finanza nel 2007, che aveva acquisito una denuncia arrivata da parte di ispettori dell’Inps. Due anni di indagini e controlli intrecciati fino alla definitiva informativa dei militari delle Fiamme Gialle e relativi atti di polizia giudiziaria finiti nelle mani del sostituto procuratore Guglielmo Valenti, titolare del fascicolo d’inchiesta. Così è stato appurato che molti di quei carteggi erano risultati fittizi, inducendo in errore i funzionari dell’ente previdenziale ed ottenendo erogazioni di cifre per migliaia di euro «non dovute ai dipendenti dell’attività commerciale di Cava de’ Tirreni». E così gli indagati riuscivano ad ottenere assegni familiari per figli e consorte a carico, indennità di disoccupazione e per le donne soldi per la maternità.
Mario Memoli
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