Tu sei qui: CronacaTroppi psicofarmaci, grave un bambino
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 29 gennaio 2002 00:00:00
In prognosi riservata dopo l'ingestione di psicofarmaci in dose non terapeutica. Ha solo dieci anni. Una storia di violenza sessuale alle spalle. Una vita, da allora, altalenante tra ospedali, psicoterapeuti, centri di salute mentale e psicanalisti infantili. Il ragazzo, la cui identità è celata per ovvi motivi, e che noi chiameremo Francesco, è arrivato ieri mattina al Pronto Soccorso dell'Umberto I di Nocera Inferiore (nella foto in alto). Una corsa da Cava, dove abita la famiglia, per salvargli la vita. L'intossicazione da farmaci, diagnosticata dai sanitari della divisione di prima assistenza, ha spaventato i medici. Era troppo giovane. All'Umberto I, tra l'altro, non esiste una rianimazione pediatrica. Dopo solo alcuni minuti, i sanitari del Pronto Soccorso hanno deciso il trasferimento immediato di Francesco al centro antiveleno del Cardarelli di Napoli (nella foto al centro). Francesco è ancora lì ricoverato, in prognosi riservata. I medici, però, sono ottimisti sulla ripresa completa del ragazzino.
La verità
A Nocera, inizialmente, s'era pensato ad un errore nell'ingestione dei farmaci. I genitori, ad un certo punto, hanno dovuto spiegare perché un bimbo di soli dieci anni fa già uso di psicofarmaci. «Li prende da tempo, ormai», ha spiegato tra le lacrime la mamma. Il tutto ha avuto inizio quando il bambino ha subito una violenza sessuale. Da allora la sua mente è offuscata da farmaci per il sistema nervoso che tentano di tenere Francesco calmo e lontano dai ricordi. Allontanare da lui anche le mille paure che la tragedia subita gli ha acceso nella testa. Solo un bimbo, eppure un bimbo con problemi più grandi di lui. Problemi che non sa affrontare e che non riesce a superare. Troppo piccolo. Troppo piccolo per la tragedia che lo ha colpito. Troppo esile quel corpo per avere superato una violenza carnale. Troppo squallido chi riesce a provare piacere nel toccare un bambino. Un bambino, Francesco, che non riesce a venirne fuori. Forse quei farmaci non li ha presi per errore. Questo il sospetto atroce che va prendendo forma nella mente dei genitori. Forse Francesco voleva mettere fine alla sua vita, a quella vita che gli sta troppo stretta, ultimamente. Una vita che non è più tale. I bambini di dieci anni corrono in bicicletta, giocano con Dragon Bool, passano il tempo navigando in internet, qualcuno legge Harry Potter. Insomma, una vita normale, condotta nella gioia assoluta. In questo periodo, poi, i bambini stanno decidendo quale maschera indossare per il prossimo Carnevale. Francesco non è più tra questi. Francesco non vuole mascherarsi per il Carnevale. Non vuole giocare, né guardare la televisione, né andare in bicicletta. Il libro di Potter la mamma lo ha comprato, ma è rimasto lì, sullo scaffale di casa. Francesco non lo ha nemmeno guardato. Trascorre gran parte delle sue giornate, come ha raccontato un familiare, seduto, con lo sguardo perso nel vuoto. Una vita distrutta, insomma, quella di un bambino che poteva essere normale e che, per colpa di un adulto, è finita qualche mese fa. Un adulto, una persona che dovrebbe essere, e che magari per i suoi figli lo è, una persona da imitare e che, invece, vive, ormai da mesi, negli incubi di Francesco, tutte le notti.
I brutti ricordi
Nonostante i farmaci che il bambino prende, quotidianamente, la memoria torna, ogni tanto, a giocargli brutti scherzi. Il ricordo affiora. A quel punto è follia. Forse, secondo il parere di un parente, è stato proprio in un momento di ricordo folle che Francesco potrebbe avere afferrato la confezione di farmaci solo per spegnere il ricordo. Forse ha ingerito qualche compressa in più perché voleva fermare la mente e allontanare i ricordi. Ha ecceduto, però, nel tentativo di volere bloccare tutto. Ora sta lottando tra la vita e la morte.
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