Tu sei qui: CronacaTriplice omicidio di Croce, indagato Capri
Inserito da (admin), lunedì 27 febbraio 2006 00:00:00
Pierpaolo Capri è iscritto nel registro degli indagati della Procura di Salerno per il triplice omicidio di Croce di Cava del maggio '87. Nella guerra della camorra cittadina, alla fine degli anni '80, furono uccisi tre giovani, prima sequestrati in una bisca del centro storico, poi processati a Croce ed infine ammazzati. E ritrovati cadavere il giorno dopo. Un'esecuzione terribile, quel 16 maggio 1987: a Croce di Cava furono ritrovati i cadaveri di Corrado Gino Ceruso, 37 anni, cognato di Amedeo Panella, Ferruccio Scoppetta, 21 anni, e Vincenzo Gargano, 24 anni. Erano passati appena due mesi dall'omicidio di Giuseppe Nese, detto "Peppe o niro", nipote prediletto di Lucio Grimaldi, avvenuto a Salerno il 13 marzo 1987.
Per quel triplice omicidio ora è indagato Pierpaolo Capri, dopo l'accusa di essere stato tra gli esecutori materiali del duplice omicidio di Carmine Apicella ed Elena Ferrigno. Negli anni ‘90, del triplice omicidio fu accusato Lucio Grimaldi, quale mandante. Ma fu assolto. Ora la nuova scrittura dell'indagine sulla guerra di camorra alla fine degli anni ‘80 in città arriva dopo le dichiarazioni dei pentiti, riscontrate dalla Polizia in modo incrociato. E per Capri sono in arrivo altre tegole giudiziarie, destinate ad allungare il certificato dei carichi pendenti: imputato per l'omicidio di Francesco Memoli, detto "cipolla" (24 novembre '87), e per l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Valentino Sorrentino (1988). Si tratta, secondo la ricostruzione della Procura Antimafia, di delitti commessi alla fine degli anni '80, «allorquando il Capri era trasmigrato nell'organizzazione capeggiata da Lucio Grimaldi, rivale di quella di Amedeo Panella».
Ma è sul triplice omicidio di Croce di Cava che ora si riaccendono i riflettori degli investigatori. Non c'è dubbio che maturò nella faida scatenata in città alla fine degli anni '80 e trascinatasi per circa 10 anni. Tant'è che nel '96 Giovanni Zito (l'ex collaboratore di giustizia al quale Angelo Ubbidiente avrebbe assicurato 200 milioni di vecchie lire per evitare di confermare nei processi) raccontò da pentito i retroscena del clan: «Ho appreso da Pierpaolo Capri - disse all'allora pm antimafia Marcello Rescigno - che partecipò all'omicidio di Berardino Grimaldi per fornire ad Amedeo Panella la massima prova di fedeltà nei suoi confronti. Visto che Panella lo aveva sospettato di aver avuto un ruolo nel triplice omicidio di Croce di Cava, nel quale morirono due cognati di Panella». Ma sono dichiarazioni del '96, all'inizio della collaborazione di Giovanni Zito, ora considerato ex pentito dai magistrati dell'Antimafia.
«Scrivetelo, Giovanni è morto», dissero i familiari all'indomani del pentimento del pregiudicato, noto nella malavita salernitana come "o coniglio". «Anzi - dissero ai cronisti - aggiungete che dal giorno dell'Epifania mio padre e mia madre hanno un figlio in meno, dopo aver saputo dal giornale del pentimento di nostro fratello. Noi siamo persone oneste ed abbiamo lavorato tutta una vita». L'iscrizione al registro degli indagati di Pierpaolo Capri sarebbe avvenuta a seguito di numerose dichiarazioni acquisite a partire dal 2005, data dell'iscrizione a modello 21 (cioè l'elenco degli indagati).
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