Tu sei qui: CronacaSoldi falsi, i negozianti denunciano altri casi
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 23 ottobre 2001 00:00:00
È allarme tra i commercianti. Sono scattate le manette: gli agenti del commissariato locale hanno arrestato la prima pedina di una presunta banda di falsari. E dietro questa vicenda ci sarebbe l'ombra della malavita organizzata, che avrebbe taglieggiato gli autori delle truffe e gestito il traffico delle banconote false. Dalle indagini dei mesi scorsi viene fuori che ci sarebbero altri personaggi in veste di acquirenti, sicuri di piazzare in giro per i negozi della provincia soldi «ritoccati», naturalmente ben inseriti in un sistema che farebbe fruttare buoni guadagni: si parla di milioni.
L'inchiesta
L'inchiesta è stata portata avanti dagli uomini della polizia locale, diretti dal vicequestore Sebastiano Coppola (nella foto in alto), coadiuvati dagli agenti del commissariato di Nocera Inferiore. Secondo gli investigatori la banda riusciva a smerciare biglietti da centomila in diversi negozi delle strade, subito in prossimità del corso principale. Come? Tre i sistemi che sarebbero stati scoperti: negozi particolarmente affollati dove erano possibili acquisti anche al di sotto delle 100mila lire, abiti e modi distinti ed una polverina, impercettibile, con cui cospargere i soldi e renderli così a prova di controllo. Dietro il giro ci sarebbe, secondo gli inquirenti, l'ombra di un'organizzazione. Tenendo sotto controllo i piccoli falsari, sarebbero venute fuori altre tracce. Primo, l'interesse della malavita a mantenere un certo controllo sul traffico di soldi. Secondo, altre comparse, falsari che avrebbero avuto lo stesso compito di piazzare le banconote, costretti forse a pagare il pizzo per comprarsi il via libera. Pronti già per il prossimo colpo.
Gli indizi
E ci sarebbero anche le prove, piccoli indizi a disposizione della polizia: le banconote sequestrate sabato scorso addosso a Gioacchino Misciascio (nella foto al centro) - il falsario riconosciuto da alcuni commercianti cavesi - la polvere ritrovata a casa, gli appostamenti, i tabulati sono gli elementi di prova. Ci sono, inoltre, i verbali dei testimoni, un paio di raffronti con foto segnaletiche. Sarebbero più di 5 i commercianti che avrebbero contribuito a comporre i pezzi del mosaico che inchioderebbero la gang. Sarebbe stato il titolare di un negozio di elettrodomestici ad aver riconosciuto l'uomo che si presentò al bancone per un acquisto. C'è, poi, la titolare di una rivendita di telefoni cellulari. È lei ad aver fornito elementi sulla corporatura e l'accento, quella voce che per qualche minuto le parlò per rifilarle un centone falso. E poi altre testimonianze. Ma l'elemento più interessante, che gli investigatori ritengono possa far pensare alla possibilità che l'uomo stesse per compiere un altro colpo, riguarda le dieci banconote da centomila lire trovategli addosso. Si tratta di biglietti cosparsi di polvere di minio di piombo per eludere i controlli da parte dei commercianti che utilizzano lampade fluorescenti. Proprio nel suo appartamento al centro di Nocera Inferiore è stata rinvenuta la polverina, che dall'esame è risultata minio di piombo. Questo particolare, nascosto in uno dei suoi cassetti, dimostrerebbe che l'uomo stava per compiere un altro colpo.
I commenti
Nessuna sorpresa nel mondo del commercio. «Non è una novità - interviene Luigi Trotta, presidente dell'Ascom (nella foto in basso) - Di questo tipo di truffa ne ho avuto notizia qualche mese fa e poi ancora l'anno scorso. Sono senz'altro fatti sporadici e non certo ravvicinati. I malviventi cercano di colpire di sorpresa quando la soglia di attenzione è bassa». Colpire, fare un giro in un'altra zona per poi ritornare al punto di partenza, come si fa per il gioco dell'oca. Certo, l'arresto di sabato ha fatto ritornare rosso l'allarme, anche se ha messo in evidenza una fruttuosa collaborazione tra agenti e commercianti, conclusasi con un punto a favore. Le associazioni di categoria cercano di correre ai ripari. «Tenere alta la soglia di attenzione - raccomanda Trotta - È impossibile ricostruire l'identikit del falsario di professione». Un nuovo pericolo sarebbe in agguato: il cambio delle lire in Euro.
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