Tu sei qui: CronacaSoldi falsi alla prostituta, condannato Ferrara
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 18 febbraio 2002 00:00:00
Lei è giovane e bella. E' fuggita dal Ruanda, da una sanguinosa guerra civile. Lui è più giovane, meno bello. È a caccia di emozioni forti, sensazioni erotiche. Si sono incontrati in litoranea, a Battipaglia, una mattina di quattro anni fa. Lei fa la prostituta, lui qualche lavoro occasionale. Lei ha la pelle scura, gli occhi neri. Lui ha un fisico meno imponente, ha un approccio timido. Lei è Jobb Willes, 34 anni, statuaria ragazza centroafricana. Lui è Carmine Ferrara, 28 anni, vive a Cava de' Tirreni. Jobb è ferma a bordo strada, a pochi metri dal mare. Aspetta qualche cliente. È tornata a lavorare, dopo l'ennesima nottata di sesso. Carmine procede a bordo di una Fiat Uno, targata Roma. Si è fatto trenta chilometri, tutti d'un fiato, per approdare nel «paradiso» delle prostitute. Accosta, lancia un'occhiata. Frena, abbassa il finestrino. Jobb si avvicina, saluta, gesticola ammiccante. Carmine va subito al sodo. Strofina le dita, chiede il prezzo della prestazione. Trentamila lire, qui... in riva al mare. Di mattina è meno "romantico", ma si può fare. Lontano da occhi indiscreti, quelli dei pescatori aggrappati alle loro canne. Jobb sale in macchina, sorridente, si trascina un po' di sabbia con le scarpe. Carmine riaccende il motore, infila la marcia, si avvia tra gli alberi della pineta. Lei continua a sorridere, lui è più teso. Scene di tutti i giorni, tra Salerno ed Eboli. Passano quindici minuti, poi venti. È fatta, è finita. Jobb aspetta i soldi; Carmine afferra il portafoglio, sfila tre banconote, da diecimila lire. Le consegna frettoloso, poi apre lo sportello. Jobb non sorride più: palpeggia le banconote, sono false. Non ci casca, protesta. Carmine alza la voce, Jobb pure. Si arriva alle mani e la prostituta ha la peggio. Scaraventata fuori dalla Fiat Uno, Jobb chiama i Carabinieri di Battipaglia. Fornisce i dati dell'auto, Carmine finisce nei guai. Ieri mattina, a Eboli, l'ultima udienza. Ferrara rispondeva di percosse e spendita di banconote false. A difenderlo un avvocato d'ufficio, Antonio Boffa. Il pm, Luigi Mazza, ha chiesto per Ferrara due anni e mezzo di reclusione. Il giudice Romano Gibboni ha optato per un anno e sette mesi.
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