Tu sei qui: CronacaScritte offensive sui muri del Comune, assolti quattro tifosi
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 14 febbraio 2002 00:00:00
Erano stati accusati di aver imbrattato le mura di Palazzo di Città con una scritta offensiva contro l'allora sindaco Raffaele Fiorillo, indicato come uno dei "colpevoli" del difficile momento della Cavese Calcio: quattro ultras sono stati assolti per non aver commesso il fatto. Lo ha deciso ieri mattina il got (giudice ordinario del tribunale) Pasqualina Caiazza, che ha assolto con formula piena Massimo Adinolfi, 22 anni, Felice Santoriello, anche lui 22enne, Alfonso Santoriello, 23 anni, ed il cugino Alfonso Santoriello di 25 anni, difesi dagli avvocati Marco ed Alfonso Senatore. I fatti risalgono al 17 febbraio del 2000: una data che coincide con un periodo altalenante per la squadra biancoblù. La tifoseria era in forte attrito con la società ed il primo cittadino, tanto da giustificare la presenza di una volante della Polizia nelle zone più calde. E proprio nel corso di una delle perlustrazioni, gli agenti scoprirono la comparsa di una scritta ingiuriosa contro Fiorillo (nella foto al centro) su uno dei muri del Palazzo di Città. Era notte tarda ed a pochi metri dal Comune, in viale Crispi, nei pressi della sede del tifo organizzato, fu avvistata un'auto con a bordo i quattro giovani ultras. All'interno della vettura non fu ritrovata alcuna prova, ma nello stesso momento del fermo uno dei ragazzi si era avvicinato all'ingresso della villa comunale per bere, secondo quanto dichiarerà ai poliziotti. Nei pressi di una fontana, però, venne ritrovata una bomboletta spray. I quattro furono denunciati a piede libero, accusati di imbrattamento aggravato (639 comma 2), perché nelle vicinanze del centro storico. Ieri mattina la sentenza di assoluzione: per il giudice i quattro ultras non hanno commesso il fatto. A scagionarli la mancanza di flagranza di reato e, come gli stessi avvocati hanno precisato nella loro difesa, nessuno dei ragazzi fermati aveva le mani sporche di vernice. Un dettaglio, questo, che si è rivelato decisivo.
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