Tu sei qui: CronacaScontri a Taranto, diffidati 72 tifosi
Inserito da (admin), mercoledì 3 novembre 2004 00:00:00
Più di due settimane di lavoro per un "pool ultrà" di 10 investigatori, che hanno visionato foto e filmati scattati durante gli scontri allo stadio "Iacovone" di Taranto. Sono le cifre dell'indagine della Digos del capoluogo pugliese, che ha portato alla firma di 72 ordini di diffida dai campi di calcio, di cui una ventina già notificati. Destinatari altrettanti tifosi della Cavese, che, secondo gli inquirenti, avrebbero partecipato alle scene di guerriglia scoppiate il 17 ottobre scorso prima, durante e dopo la partita. La notizia è stata ufficializzata nella mattinata di ieri dal dirigente della Digos di Taranto. Dopo le identificazioni, andate avanti per tutta la serata di quella terribile domenica (150 risultano i tifosi identificati), gli agenti della Digos hanno esaminato fotogramma per fotogramma il materiale che avevano a disposizione. Nelle 24 ore successive la Digos ha denunciato 72 ultrà per reati minori, tra cui il rilascio di false generalità. Le indagini sono poi continuate: alle denunce si sono aggiunti i provvedimenti di diffida dai campi di calcio, firmati dal questore di Taranto, che sono stati formalizzati a scaglioni. Si tratta di un divieto per 1 anno, e nei casi più gravi fino a 2 anni, dai campi di calcio, con obbligo di firma in concomitanza dell'inizio delle partite. Molti dei destinatari appartengono alle varie aree del tifo, ma non mancano i giovani senza legami con la realtà del tifo organizzato. Per lo più sono studenti, operai, ma nella lunga lista ci sono anche liberi professionisti e commercianti. Un'ingiustizia, si mormora in città. Dai racconti frammentari dei protagonisti, rimbalzati sul sito ufficiale della Cavese, si ritornerebbe a parlare di un agguato, come già era accaduto a Delianuova, e di un "Isernia bis". Da quella trasferta, infatti, arrivarono ben 60 diffide per altrettanti tifosi, che seguirono la squadra a bordo di un pullman organizzato. In quell'occasione, gli agenti della Digos non riuscirono ad identificare chi lanciò dal finestrino del pullman una pentola, ferendo una coppia di coniugi che era a bordo della loro auto. Gli investigatori non si fermarono davanti alla mancanza di un colpevole e procedettero all'identificazione di massa, con conseguente diffida. Oggi, come qualche mese fa, i provvedimenti ristrettivi fanno, dunque, discutere e dividono l'opinione pubblica. Ancor di più in questi ultimi giorni, quando, svaniti i bollori delle prime ore, sono saltati fuori nuovi particolari. Molti testimoni che hanno partecipato alla trasferta di Taranto hanno parlato di trattamenti duri riservati dalle Forze dell'Ordine anche a chi non aveva nulla a che fare con gli scontri. La loro unica colpa era di aver voluto partecipare ad una trasferta considerata a rischio. E così, prima le cariche sugli spalti, poi le ore trascorse sotto sequestro nel parcheggio dello "Iacovone", infine il rituale delle identificazioni negli uffici della Questura. Intanto, è attesa per il destino dei 2 tifosi ancora in carcere, Fioravante Siani (31 anni) e Raffaele Iuliano (29 anni), e per gli altri 4 - Giovanni Rispoli (33 anni), Eugenio Baldi (18 anni), Andrea Lodato (38 anni) e Giovanni Ragosta (25 anni) - che avevano ottenuto in sede di udienza preliminare la concessione degli arresti domiciliari. Lo scorso 26 ottobre, gli avvocati Roberto Lanzi (difensore di Siani) ed Enrico Farano (legale degli altri 5) hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame del capoluogo pugliese. La decisione dei giudici dovrebbe essere ufficializzata per questo fine settimana. I legali degli ultrà hanno presentato istanza di scarcerazione e concessione degli arresti domiciliari per Siani ed Iuliano, per i quali il Gip della Procura di Taranto, Michela Ancona, al termine dell'udienza preliminare aveva accolto la richiesta presentata dal pm Epifani di custodia cautelare in carcere.
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