Tu sei qui: Cronaca"Sanità, occorre una svolta radicale"
Inserito da (admin), mercoledì 20 ottobre 2010 00:00:00
Stamani, presso la Sala Gemellaggi del Comune di Cava de’ Tirreni, si è svolta la conferenza stampa del gruppo consiliare Città Nuova e dell’associazione culturale Città Democratica sullo scottante tema della sanità nella città metelliana.
Ha introdotto l’ex sindaco Luigi Gravagnuolo con un vecchio articolo di Panorama Tirreno risalente al 1997, titolato “A rischio l’ospedale di Cava”, giusto per ricordare che la problematica ha radici molto lontane ed insistere nell’individuare un responsabile nella recente Amministrazione da lui rappresentata comporta la precisa volontà di dividere la città e spostare l’interesse dall’obiettivo comune e privo di bandiere di salvare il presidio ospedaliero e garantire il diritto alla salute ai cittadini cavesi.
Inoltre, Gravagnuolo ha ricordato che dal 2000 la Regione Campania è stata penalizzata rientrando in un piano di razionalizzazione delle risorse sanitarie incentrate sul parametro dell’incidenza senile sul territorio. All’epoca la Campania risultava essere “giovane” grazie al suo più alto tasso di natalità e ciò ha comportato un taglio di 90 € per cittadino, che equivale ad una perdita di fondi superiore a 300 milioni di euro l’anno.
Tutto ciò non per giustificare gli abnormi errori in politica sanitaria oppure i bacini elettorali costruiti ad hoc a scapito della professionalità necessaria, ma semplicemente per evidenziare che il debito che si è andato accumulando sarebbe stato di gran misura minore, se non addirittura nullo. Quest’aspetto dovrebbe invitare tutte le forze politiche, associative e di categoria ad una profonda riflessione finalizzata ad un riscatto, innanzitutto, della dignità del popolo campano, rassegnato alla sudditanza alla politica di Tremonti: “Se il presidente Caldoro vuole fare questa battaglia, noi ci metteremo al suo fianco!”.
Il richiamo all’art. 32 della Carta Costituzionale, “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”, è un ulteriore invito a non incentrare il concetto di salute solo sul mantenimento del presidio ospedaliero, ma di guardare alla “rete globale di servizi” - come hanno ricordato sia il dr. Francesco Prisco sia il dr. Giancarlo Durante - che si sviluppa in più direzioni, dal laboratorio di analisi privato all’assistenza domiciliare.
Limitarsi a ragionare a compartimenti stagni e con automatismi ha ridotto “l’ospedale ad un feticcio”. E’ oggi necessario muoversi in più direzioni. Politicamente bisogna unirsi agli altri Comuni campani che hanno già presentato il ricorso al TAR contro il decreto regionale n. 49 del Commissario ad Acta per attuare il Piano di Rientro del Settore Sanitario, che in effetti comporta lo smembramento dell’Ospedale di Cava tra Sarno e Salerno, ed in contemporanea avviare la procedura per trasferire tutto l’ospedale dalle competenze dell’ASL a quelle dell’Azienda Ospedaliera S. Giovanni Ruggi D’Aragona, come è avvenuto per l’ospedale di Mercato S. Severino ed il Da Procida di Salerno.
Occorre poi attivarsi subito per recuperare i fondi già stanziati per realizzare il nuovo Distretto Sanitario di Cava durante l’Amministrazione Fiorillo, pari a 2.698.487 euro, persi e poi recuperati in parte dall’Amministrazione Gravagnuolo: oggi sono certi e disponibili oltre 1 milione di euro.
Infine, non bisogna trascurare nel modo più assoluto, in questo quadro globale del diritto alla salute, la difesa dei lavoratori presso la Casa di Cura Villa Alba, attraverso il trasferimento certo ed adeguato dalla Regione Campania per il rimborso delle prestazioni effettuate ed invitando l’azienda SILBA al rispetto degli accordi sindacali già sottoscritti.
Gruppo consiliare Città Nuova - Associazione culturale Città Democratica
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