Tu sei qui: CronacaSan Francesco, le campane della rivolta
Inserito da (admin), mercoledì 6 agosto 2003 00:00:00
Addirittura i cannoni, da usare contro il campanile della Chiesa di San Francesco, pur di far tacere per sempre le campane. Padre Luigi Petrone, che dal niente e con la sola forza della volontà sta riedificando la storica chiesa distrutta dal sisma del 1980, è accusato dai residenti di disturbo alla quiete pubblica. La polemica, sorta dopo le segnalazioni giunte al sindaco Alfredo Messina ed al priore del Convento dei Frati Minori di San Francesco, seguite da una raccolta di firme sui disturbi alla quiete pubblica dovuti allo scampanio mattutino delle campane, spacca l'opinione pubblica cittadina. «Subiamo da anni con cristiana rassegnazione - afferma Giuseppe Salsano, promotore della petizione popolare - i rintocchi delle campane, che a volte risuonano già alle 5 del mattino. E non finisce qui. Lo scampanio si protrae per tutta la giornata, ad intervalli di 30 minuti, a volte anche meno. La durata, poi, è di diversi minuti. Mi dispiace che proprio un frate francescano, Ordine sempre vicino a chi soffre e sensibile ai disagi della gente, non tiene conto che tale comportamento nuoce ai pazienti del vicino ospedale civico. Per non parlare degli altri "rumori". Negli ultimi giorni, si sono succedute manifestazioni pirotecniche, organizzate da padre Luigi Petrone, che hanno generato ulteriore disagio». «Il problema si avverte di più - dichiara Maria Rosa Palazzo - in occasione di grosse manifestazioni o ricorrenze religiose. Per chi abita nelle vicinanze del luogo di culto, il disagio ed il fastidio sono enormi. Comunque, devo dire che, dopo le recenti polemiche, ho riscontrato una riduzione considerevole dello scampanio». «Abito proprio sotto il campanile della chiesa - dice Vittorio Amabile - ed effettivamente, per qualche minuto e per diverse volte al giorno, il suono assordante delle campane procura grossi disagi». «Datemi un cannone - sbotta Ugo Paolillo - per abbattere il campanile. È un tormento che dura da anni, un disagio sommato a tutti gli altri, che rendono invivibile questa zona. Mi riferisco in particolare al budello di via XXIV Maggio, proprio in cima alla discesa. Quando si incrociano due auto, ai pedoni non resta altro da fare che buttarsi giù per evitare di essere travolti». Agli oppositori delle campane rispondono due voci, espressive quanto autorevoli. Padre Luigi Petrone, il maggiore imputato di questa querelle tra sacro e profano, afferma: «Vivo tranquillo all'ombra del mio Convento. Ogni giorno devo affrontare problemi, disagi e sofferenze indicibili. Non ho proprio il tempo per soffermarmi su questa questione e prestar fede a queste piccole miserie umane. Tutto mi sarei aspettato, però, tranne che il suono delle campane potesse recare disturbo alla quiete pubblica. Ho la tentazione di non replicare a queste polemiche, non ne vale proprio la pena. In ogni caso, per fare onore alla verità, ci tengo a precisare che la prima messa è alle 7.30 del mattino, quindi non è possibile che le campane suonino alle 5, visto che normalmente i rintocchi precedono la celebrazione. Le polemiche non portano utilità ad alcuno». Gli fa eco, dandogli ragione, proprio una sofferente. «Il suono delle campane, i momenti di gioia espressi anche con il botto dei fuochi pirotecnici - dice Maria, da qualche settimana ricoverata al "Santa Maria dell'Olmo" - sono una finestra sulla vita per chi, come me, giace in un letto d'ospedale. È un legame con il mondo sano, che ci conforta e ci dà coraggio. E sono d'accordo con me anche le altre pazienti».
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