Tu sei qui: CronacaSalernitana-Cavese, indagati 9 ultrà
Inserito da (admin), venerdì 27 luglio 2007 00:00:00
Conclusa l'inchiesta sulle violenze allo stadio in occasione della partita Salernitana-Cavese, disputata il 10 gennaio di quest'anno allo stadio "Arechi". Il sostituto procuratore Roberto Penna ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini a 9 tifosi, accusati alcuni di aver commesso violenze e di aver partecipato ai disordini che hanno accompagnato la partita, altri di favoreggiamento, in quanto, con vari «non ricordo», avrebbero secondo l'accusa aiutato gli ultrà nel mirino degli inquirenti ad eludere le indagini ed a sottrarsi alle ricerche della Polizia.
Quel derby è stato caratterizzato da una vera e propria guerriglia, scatenata da gruppi di ultrà della Salernitana, che cercavano di forzare il cordone costituito dalle forze di Polizia per entrare in contatto con i tifosi della Cavese. E così, ci sono stati lanci di oggetti e di armi improprie, oltre che di ordigni e petardi. Risultano indagati Giovanni Memoli, Simone Sforza, Francesco Bove, Giuseppe Mignoli, Filippo Clarizia, Michele Savino, Adriano Anfuso, Aniello Soriente e Giovanni Panico. I giovani ultrà, che a differenza di quelli dello stadio "Partenio" di Avellino, non sono stati arrestati, sono stati individuati anche grazie alle riprese ed ai filmati, esaminati dagli uomini della Digos nei giorni successivi alla partita.
Ora la parola passa ai difensori per eventuali memorie, che potranno presentare prima della decisione della pubblica accusa se rinviarli a giudizio. Fanno parte del collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Silverio Sica, Marco Martello, Michele Tedesco ed Agata Bisogno. Accuse precise sono state mosse dal pm Penna ai singoli indagati, dopo capillari indagini nel corso delle quali sono stati raccolti vari elementi di prova. Accanto alle contestazioni per le violenze, il lancio di oggetti ed il porto di bastoni ed altre armi improprie, c'è anche l'accusa di favoreggiamento.
Giovanni Memoli è ritenuto responsabile di aver lanciato contro le Forze dell'Ordine un «artifizio pirotecnico di colore chiaro», mentre si trovava nel piazzale antistante lo stadio. Simone Sforza e Giuseppe Mignoli, invece, sono stati trovati in possesso di un bastone. Anche a Francesco Bove è stato contestato di aver portato allo stadio un bastone di colore chiaro, che avrebbe poi lanciato nel piazzale davanti all'Arechi. Filippo Clarizia è accusato di aver portato alla partita «un artifizio pirotecnico» e di averlo lanciato tra la folla all'interno dello stadio.
Ci sono, poi, coloro che sono stati accusati di favoreggiamento, come Michele Savino, Adriano Anfuso, Aniello Soriente e Giovanni Panico. Tutti, quando sono stati interrogati dalla Polizia in ordine alle violenze ed agli incidenti verificatisi durante il derby Salernitana-Cavese, avrebbero risposto di non ricordare i tifosi che avevano fatto salire a bordo della Peugeot 106 di proprietà di Savino. Quest'ultimo ha ammesso che sulla sua autovettura era salito un tifoso della Salernitana, ma contemporaneamente ha dichiarato di non essere in grado di descriverlo e quindi di riconoscerlo. Analoga contestazione è stata mossa nei confronti di Anfuso, Soriente e Panico, che ammettevano di aver fatto salire ben due tifosi della Salernitana sulla Peugeot di Savino, ma affermavano tutti e tre di non ricordare particolari utili all'identificazione degli stessi.
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