Tu sei qui: CronacaSaldi col trucco, multe e blitz della Finanza
Inserito da (admin), martedì 25 gennaio 2005 00:00:00
Prima il caso delle svendite anticipate, poi le multe per la mancata autorizzazione all'apertura domenicale, adesso i controlli della Guardia della Finanza. Un inizio d'anno tormentato per i commercianti cavesi, da sabato in allarme per una serie di ispezioni delle Fiamme Gialle nei negozi di Corso Umberto I. A far scattare il blitz è stata la segnalazione di una cliente, che ha denunciato per truffa un negozio di intimo. La donna si è ritrovata a dover pagare il prezzo per intero di un completino intimo, sebbene i cartelli affissi alle vetrine del negozio pubblicizzassero sconti al 50% su tutta la merce. Appena uscita dal negozio, la cliente si è recata presso la vicina Stazione della Guardia di Finanza, diretta dal comandante Affinito, per presentare la propria denuncia, esibendo lo scontrino fiscale incriminato ed il targhettino del prezzo ancora attaccato al capo acquistato. Dopo pochi minuti, una volante delle Fiamme Gialle ha fatto capolino nel centralissimo Corso Umberto I. La proprietaria del negozio denunciato non è rimasta sorpresa della visita, viste le minacce lanciate dall'acquirente subito dopo aver scoperto il prezzo da pagare. La negoziante ha precisato che tutta la merce in vendita era scontata al 50%, fatta eccezione per i capi in bianco ed in nero, e la cliente aveva scelto proprio uno di questi articoli. «Ho precisato alla cliente che questi capi non erano scontati - avrebbe detto la proprietaria - anzi, prima che le cliente scelgano, io lo ripeto più volte. Tutti lo sanno, eppure la cliente ha in ogni caso acquistato il prodotto. É evidente che ora non posso restituirle il denaro». I finanzieri hanno, però, ravvisato che questa variazione di trattamento non era pubblicizzata in vetrina, contravvenendo così alle norme vigenti. Inevitabile la stesura del verbale e l'elevazione della multa. La vicenda di sabato mattina ha dato il via ad una serie di controlli in una decina di negozi del centro. In un negozio di abbigliamento maschile, grazie alle prove fotografiche presentate da un cliente, è stato possibile accertare che il prezzo originario era stato raddoppiato prima di apportare lo sconto. E così, accanto ai saldi, non mancano le "furbate" di chi espone la merce in saldo assieme a merce che non lo è, causando confusione e contravvenendo alla normativa. «Per la merce in vetrina - precisa Aldo Trezza, presidente della Confesercenti - il negoziante ha l'obbligo di esporre il doppio prezzo, quello originario e quello scontato, con la percentuale di sconto. All'interno del magazzino ci può essere merce non soggetta a saldi e, dunque, il cliente è tenuto a pagare il prezzo per intero, a meno che non ci siano cartelli con scritte "tutta la merce a metà prezzo"». Sull'ondata di controlli Trezza ha le idee chiare: «I commercianti seri non temono i controlli, perché sanno di fare onestamente il loro lavoro. D'altronde, è giusto tutelare i consumatori». Un invito a non generalizzare, preferendo i negozi di fiducia, arriva da Luigi Trotta, presidente dell'Ascom: «Già nelle scorse settimane ho avuto parole dure contro i cosiddetti psuedo-commercianti, che con i loro barbari comportamenti rischiano di macchiare un'intera categoria. Le "furbate" in occasione dei saldi sono senza dubbio deprecabili. Non bisogna farsi attirare da prezzi stracciati, che possono nascondere dei raggiri». Ecco il commento in merito del presidente dell'Unione Nazionale Consumatori di Cava, l'avv. Luciano D'Amato: «Plaudiamo all'attività di denuncia svolta dalla cliente, che in qualche misura dimostra come la tutela del consumatore si stia diffondendo anche al di fuori delle associazioni a ciò deputate».
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