Tu sei qui: Cronaca"Rinverdiamo la Città"
Inserito da (admin), giovedì 23 settembre 2010 00:00:00
L’Associazione Anteas Tirrenia della nostra Città, rappresentata dal presidente, Dr. Giovan Battista Guida, che ad oggi conta ben 850 iscritti, uomini e donne d’ogni ceto sociale ed età, fra gli scopi statutari ha anche quello di volgere l’attenzione alla salvaguardia e decoro della “nostra” amata Città di Cava de’Tirreni, oltre ad aver incardinata gli echi della “Cittadinanza Attiva”, la cui “responsabilità alla comunicazione” è stata affidata al pubblicista e ricercatore storico Livio Trapanese, che il 20 corrente mese ha protocollato presso il Palazzo di Città una segnalazione indirizzata all’Ing. Luca Caselli, al Dr. Marco Prof. Galdi, Sindaco della Città, ed all’Avv. Pasquale Senatore, Consigliere Comunale Delegato al Verde Pubblico della “Valle Metelliana”, dal tema: “Rinverdiamo la Città”.
L’iniziativa origina da uno dei soci, il Prof. Dott. Alfredo Lamberti, Primario dell’Ospedale Monaldi di Napoli, nato e residente in questa Città, il quale ha rassegnato all’attenzione del Sodalizio le seguenti indicazioni, qui integralmente riportate:
“Cava de’Tirreni è stata, da sempre, meta di villeggianti, soprattutto per il suo verde lussureggiante, tanto che scrittori e saggisti le diedero l’appellativo di: “Piccola Svizzera”. Negli ultimi tempi si assiste, però, ad un progressivo depauperamento del verde, forse per incuria ed insensibilità di coloro che sono preposti alla sua conservazione e miglioramento.
Quando si pongono a dimora nuovi alberi in sostituzione di quelli ormai secchi, dove, ad esempio, ve ne erano a dimora tre, ne sono stati piantati due o addirittura uno; estirpando la radice dell’albero “vecchio”, richiudendo il sito con mattonelle. Tra gli ultimi recenti episodi, vanno citati quelli dei marciapiedi di Corso Giuseppe Mazzini, nel tratto compreso tra la secolare Chiesa di San Vito Martire ed il Ristorante San Vito (ancora oggi visibile). Anche dinanzi al Palazzo Genoino vi erano quattro alberelli di cui oggi non vi è traccia. Gli esempi potrebbero configurare un lungo elenco, come lo squallido deserto di Piazza Giovanni Amabile e di Via Gianbattista Castaldi, ove sono rimasti solo i buchi, a testimonianza dei siti dei “fu alberelli”.
Stante la professione che svolgo, ricordo a me stesso che il verde:
a. ha azione antistress, con benefici al sistema immunitario;
b. ripulisce l’aria e solo Dio sa quanto, questo, oggi sia indispensabile;
c. offre il beneficio della frescura non solo alle persone, ma anche alle autovetture parcheggiate”.
A soluzione della problematica appena segnalata, si propone di far:
1. censire tutti gli alberi mancanti in Corso Giuseppe Mazzini, fino all’altezza del Casello Autostradale (visto che è l’ingresso nord della Città), comprendendo anche le aree pavimentate e metterne a dimora dei nuovi;
2. piantare dei platani sul marciapiede prospiciente la Scuola Primaria “San Giovanni Bosco”, che farebbero da seguito ideale con quelli di Viale Giuseppe Garibaldi, formando, col verde degli alberi siti all’interno della citata scuola, una magnifica cupola di verde. Analoghi platani potranno essere posti a dimora sul marciapiede di Piazza Giovanni Amabile, formando, in tal modo, il completamento dell’alberatura di tutto Corso Giuseppe Mazzini;
3. porre a dimora gli alberi mancanti in Via Gianbattista Castaldi e quelli rimossi dinanzi al Palazzo Genoino;
4. sostituire la palma recisa in Via Pietro De Ciccio;
5. ricoprire con piastrelle colorate la piccola parte scoperta della fontana posta dinanzi al Parco Beethoven, lasciando il verde che la cinge così com’è.
Si auspica che sia stata prevista la messa a dimora di platani lungo la realizzanda corsia in Corso Giuseppe Mazzini, porta d’ingresso nord della Città, sì da formare un viale alberato, simile a quello di Viale Giuseppe Garibaldi.
L’Associazione Anteas Tirrenia auspica che quanto rappresentato trovi favorevole accoglimento nei progetti della civica Amministrazione Metelliana, atti a far divenire questa “nostra” amata Città sempre più “vivibile”.
Livio Trapanese
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