Tu sei qui: CronacaRimborsopoli, chiesto il giudizio per i 43 politici coinvolti
Inserito da (admin), martedì 29 luglio 2014 00:00:00
La Procura chiede il giudizio immediato per 43 indagati nell’inchiesta sui rimborsi ai gruppi consiliari di Cava de’ Tirreni. Viaggia dunque verso il processo, con 12 faldoni arrivati ora all’attenzione del Gip per la valutazione della richiesta sulla “rimborsopoli cavese”, l’inchiesta condotta dai Carabinieri della Tenenza metelliana. I coinvolti sono accusati a vario titolo di aver speso illegittimamente i fondi destinati ai gruppi consiliari.
Due intere consiliature sono state sottoposte al lavoro della Procura: quella guidata dall’ex sindaco Luigi Gravagnuolo e quella del sindaco attuale, Marco Galdi, con spese articolate in beni e servizi di ogni sorta, dal carburante ai quotidiani ed alle marche da bollo, passando per le cene, gli acquisti di tablet e pc, cellulari, sottoscrizioni di abbonamenti alle partite della Cavese nella stagione calcistica 2007-2008, pellegrinaggi a Medjugorje, cene in locali di lusso, cellulari di ultima generazione. La spesa di circa 80mila euro, secondo l’accusa, sarebbe stata pagata dall’Amministrazione comunale con la formula dei rimborsi ai gruppi consiliari, soldi versati fino al dicembre 2012. La documentazione delle spese, passata per gli Uffici Ragioneria del Comune, era nella disponibilità dei consiglieri comunali e delle Giunte delle ultime due elezioni, con l’inserimento delle spese personali nei rimborsi dei gruppi consiliari di tutti i partiti approdati a Palazzo di Città: da Forza Italia al Pd, dal Nuovo Centrodestra a Rifondazione, comprese le liste civiche.
Nella prima fase investigativa, dopo l’invio degli avvisi di garanzia, molti indagati si avvalsero della facoltà di non rispondere, riservandosi di presentare agli inquirenti memorie scritte nei giorni successivi all’interrogatorio. A partire dal primo cittadino in carica, Marco Galdi, coinvolto nell’inchiesta con l’accusa di favoreggiamento, e dal consigliere Luigi Gravagnuolo, seguiti da Michele Mazzeo e Gerardo Baldi, ascoltati su delega dai Carabinieri. I soli a rispondere furono l’assessore alle Attività produttive, Marco Senatore, l’attuale consigliere del Pd, Vincenzo Servalli, ed i consiglieri della precedente consiliatura, Emilio Maddalo ed Antonio Pisapia. Mentre l’indagine era in corso, il Comune lavorò all’elenco ed ai criteri delle spese ammissibili che rientrano sotto la voce “spese di rappresentanza”. Sul tavolo del gruppo di lavoro c’era la bozza delle modifiche da apportare ad alcuni articoli e la riformulazione di altri. La prima fase d’indagine sul presunto impiego illecito dei fondi per i gruppi consiliari con 43 indagati per peculato è ora attesa al vaglio del Gip Paolo Valiante, che in caso di accoglimento fisserà la data del processo, con possibilità per i coinvolti di presentare entro 20 giorni richieste di rito alternativo.
Rischiano il processo Marco Galdi, Marco Senatore, Pasquale Senatore, Gaetano Santoriello, Enrico Polacco, Bernardo Mandara, Antonio Palumbo, Matteo Monetta, Giovanni Senatore, Gerardo Baldi, Carmine Papa, Assia Landi, Giovanni Del Vecchio, Fabio Lambiase, Vincenzo Landolfi, Raffaele Senatore, Clelia Ferrara, Gianpio De Rosa, Germano Baldi, Annalisa Della Monica, Massimo Esposito, Vincenzo Bove, Sabato Sorrentino, Salvatore Avella, Antonio Armenante, Enrico Polichetti, Emilio Maddalo, Angelo Salsano, Luca Alfieri, Antonio Pisapia, Giovanni Baldi, Antonio Barbuti, Umberto Ferrigno, Domenico Viggiano, Luigi Gravagnuolo, Vincenzo Lampis, Alfonso Laudato, Michele Mazzeo, Luigi Napoli, Lucio Panza, Adolfo Salsano, Giovanni Salsano, Vincenzo Servalli.
Alla prima tornata seguì un secondo momento investigativo, con ulteriori avvisi di garanzia inviati a dirigenti e le posizioni confluite in un ulteriore procedimento penale, separato da questo ed atteso da diverso iter.
Alfonso T. Guerritore
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