Tu sei qui: CronacaRecovery Plan, al Sud il 40% delle risorse. Sindaci in piazza contro Draghi: «Sottratti 60 miliardi»
Inserito da (redazioneip), mercoledì 28 aprile 2021 11:28:21
Nel pomeriggio di ieri, il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto sul Recovery Plan, il Piano nazionale di Ripresa e Resilenza (PNRR). Esso prevede 191, 5 miliardi di euro di investimenti finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilenza, mentre ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziamento attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio. Il totale degli investimenti previsti è pertanto di 222,1 miliardi di euro.
Nel corso del suo discorso in Parlamento, Draghi ha spiegato che per il Mezzogiorno «il piano esplicita che le risorse corrispondono al 40% a fronte del 34 per cento della popolazione, 82 mld sono una cifra più alta del pil. Sono misure che si inseriscono in visione complessiva per far ripartire e accelerare una crescita del sud ferma da ormai mezzo secolo».
Una dichiarazione che ha scatenato diverse polemiche. «Al Sud spettava il 60% delle risorse del recovery fund e lo ha riconosciuto anche il ministro Carfagna, invece Draghi stanzia per il Mezzogiorno solo il 40%. C'è un 20% che ci è stato sottratto e questo non lo accettiamo», sottolineano circa 500 sindaci del Sud che hanno aderito alla rete "Recovery Sud".
Non si è fatto attendere il commento del governatore della Campania, Vincenzo De Luca: «Ho ascoltato la replica del Presidente Draghi relativa alle risorse per il Sud. Ho tirato un sospiro di sollievo quando il Presidente ha terminato questa parte del suo intervento. Se fosse andato avanti per qualche altro minuto, avremmo appreso che il Sud deve restituire qualche centinaio di miliardi al resto del Paese. Nessun riferimento al divario di spesa storica. E anche - sottolinea De Luca - la colpa di non saper progettare e spendere. Nessuna analisi differenziata fra i diversi territori e istituzioni nel Sud, dove si ritrovano certamente aree di clamorosa inefficienza (e tollerate colpevolmente per anni dai governi centrali) ma anche realtà e classi dirigenti impegnate, in condizioni di pesante disparità, nella sfida dell'efficienza, dello sviluppo, della legalità e della sburocratizzazione. Si prova una sensazione di profondo disagio. Avremo modo di spiegare la storia e la realtà concreta e viva del Mezzogiorno e della sua gente, il più delle volte occultata dietro furbesche ed astratte letture contabili. Quanto ai consulenti offerti generosamente al Sud, vista l'esperienza fatta, dovremmo considerarla una chiara minaccia».
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