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Cronaca

Progetto "Alta Velocità", impatto terrificante

Inserito da Mariangela Chiagano (admin), giovedì 8 settembre 2005 00:00:00

Sta destando molta attenzione il progetto preliminare "Alta velocità nodo di Napoli-quadruplicamento Salerno-Battipaglia", proposto dalla ITALFERR. «Emergono diversi elementi che rendono il progetto di dubbia utilità», mette in guardia il consigliere provinciale Giuseppe Foscari. La linea Sarno-Bivio di S. Lucia prevede, nel progetto di alta velocità, una deviazione per immettersi sotto il Monte Citola (Nocera Superiore), con una doppia galleria di oltre 9 km che la farà sbucare tra i Comuni di Pellezzano e Baronissi. Di lì il tracciato si immetterà sotto i Monti Picentini, all'altezza del Monte Stella, fino al Comune di S. Cipriano. «Da calcoli effettuati - continua Foscari - risulterebbe che i minuti guadagnati per i viaggiatori in termini di tempo, rispetto al tracciato esistente, sarebbero meno di 10. Un vantaggio esiguo rispetto agli alti costi ed al notevole impatto ambientale. Manca, inoltre, uno studio sul rapporto costi-benefici dell'opera, per cui è lecito pensare che si debba subordinare la proposta ad uno studio analitico, anche perché il tracciato presenta diverse curve che limitano la velocità dei treni, incidendo sui tempi di percorrenza. Terzo elemento: il progetto prevede anche il decentramento delle stazioni ferroviarie rispetto alle città. Questa decisione, che può essere legittima per gli aeroporti, sembra poco praticabile ed utile per la ferrovia, in quanto lo spirito del trasporto ferroviario è quello di collegare direttamente fra di loro i centri delle città e delle metropoli e permettere agli utenti di essere immediatamente nel cuore dei centri abitati. Quarto punto che merita attenzione: resta forte, anche in questo caso, l'impatto ambientale, sia per l'abbattimento di numerose abitazioni lungo il tracciato, sia per lo stravolgimento del territorio a causa dei viadotti che si andrebbero a costruire, e per il problema delle falde acquifere dei due grossi bacini idrici del Monte Citola e dei Monti Picentini, che sarebbero attraversati complessivamente da due doppie gallerie di grosse dimensioni, per un totale di oltre 18 km. Le gallerie relative al Monte Citola sarebbero ad una distanza di 2 km dalla galleria S. Lucia, che già si rivelò devastante per le sorgenti di Cava quando fu costruita, e sarebbero a 600 m sotto l'Oasi WWF di Diecimare, intaccando anche quella zona. Le altre gallerie, invece, toccherebbero i Monti Picentini, dove vi sono le sorgenti idriche più consistenti del Mezzogiorno. In conclusione, desidero con forza che si apra un dibattito su questa mega-opera e, soprattutto, che non si insabbino le carte nei Comuni interessati, ritenendo che i cittadini non debbano saperne di più. In tal modo non si farebbe altro che incrementare il sospetto dell'eventuale realizzazione di opere devastanti e di dubbia utilità per il territorio».

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