Tu sei qui: CronacaPrima vittoria per Paola Raia
Inserito da (admin), lunedì 18 febbraio 2008 00:00:00
Un ingente danno psicofisico, quantificabile in un'invalidità al 60%, cui si aggiungono altri fattori invalidanti per l'attività lavorativa, con un totale di 600 giorni di malattia riconosciuti. Sono questi, in sintesi, i risultati clinici della perizia cui è stata sottoposta Paola Raia, la giovane colpita ad un occhio nel febbraio del 1999 (prima della partita Cavese-Catania) da un razzo lanciato al momento dell'ingresso in campo delle due squadre. Dopo quasi 6 mesi dall'incarico, il pool di esperti - tra questi i professori Morelli e Paternoster del II Policlinico di Napoli - ha depositato la relazione conclusiva della perizia richiesta d'ufficio.
Un tassello importante per consentire ai giudici di stabilire l'entità del risarcimento richiesto dalla famiglia della giovane ben 9 anni fa. Un ritardo dovuto ai continui rinvii per l'indisponibilità delle persone chiamate a testimoniare e l'immobilismo di amministratori e personaggi pubblici cavesi. Nonostante la gravità dell'incidente di cui è rimasta vittima Paola, nessuno ha ancora pagato. Il processo civile - controparti l'allora società Cavese, il Comune di Cava ed il Ministero degli Interni - ha vissuto in questi anni numerose "pause". Venerdì scorso per Paola Raia, assistita dall'avv. Fabio Siani, che insieme al prof. Rino Sica rappresenta la famiglia, è stata una giornata importante. «Siamo soddisfatti - commenta Siani - È stato finalmente riconosciuto l'effettivo danno subito dalla nostra assistita. Siamo fiduciosi nel prosieguo del procedimento». Per aprile si attendono le conclusioni.
Intanto, la battaglia per un tifo non violento arriva a Palazzo di Città. Le mamme dei tifosi a colloquio con il sindaco. Oggi Elvira D'Amore, rappresentante del comitato spontaneo delle mamme degli ultras, incontrerà il sindaco Luigi Gravagnuolo. Un faccia a faccia informale per avviare un dialogo, che si spera potrebbe portare in breve tempo ad un tavolo di lavoro e ad un progetto comune. «Siamo contenti di questo invito - dice la D'Amore - Il sindaco ha ascoltato i nostri appelli ed ha mantenuto le promesse. Ripeto, noi non siamo per l'impunibilità, ma vogliamo dimostrare quanto è sbagliato etichettare gli ultras come teppisti e facinorosi».
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