Tu sei qui: CronacaPizzo, in manette Giovanni il ‘taglieggiatore'
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 25 novembre 2002 00:00:00
Torna in carcere Giovanni Lamberti. Il 39enne, noto agli ambienti investigativi come il "taglieggiatore", è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Cava, guidata dal comandante Paolo Mannino, con l'accusa di estorsione e falsa testimonianza. A circa dieci anni dal suo primo fermo, diventa definitiva la condanna a tre anni di reclusione, da scontare presso la Casa circondariale di Fuorni (nella foto). L'arresto di sabato segna la conclusione di lunghe indagini, avviate dalla Procura di Salerno con l'aiuto dei Carabinieri della Compagnia di Nocera Inferiore, agli ordini del capitano Marco Guerrini. Giovanni Lamberti è stato tratto in arresto nel tardo pomeriggio mentre si trovava con la famiglia nella sua abitazione. I Carabinieri sono tornati a bussare alla sua porta, come qualche anno fa, quando per la prima volta gli strinsero le manette ai polsi: stesse accuse, identico provvedimento ed in più la certezza della pena da scontare. I militari hanno, infatti, eseguito un provvedimento di cumulo di pena per estorsione e falsa testimonianza, emessa nei giorni scorsi dalla Procura della Repubblica di Salerno. Lamberti è stato condannato alla pena definitiva di tre anni di carcere. Ora è recluso nella Casa circondariale di Fuorni, dove è stato trasferito subito dopo l'arresto. «I reati commessi - precisano gli inquirenti - si riferiscono agli anni '90, quando gli furono contestate le accuse di estorsione e, in seconda istanza, anche di falsa testimonianza». Stando ai verbali dei precedenti provvedimenti di fermo, l'uomo avrebbe estorto somme di denaro a commercianti, imprenditori ed industriali della zona, seminando il terrore: da qui il soprannome di "taglieggiatore". Restando in materia di racket, sarà emessa il prossimo 4 dicembre la sentenza nei confronti di Vincenzo D'Elia, Pierangelo Pezzella e Guerino Lambiase, arrestati nel novembre del 2000 dalla Squadra Anticrimine della Polizia metelliana, diretta dal vicequestore Sebastiano Coppola, con l'accusa di estorsione con metodi camorristici. Lo scorso 20 novembre il pm Domenica Gambardella ha richiesta per tutte e tre gli imputati una condanna a sette anni e sei mesi di carcere.
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