Tu sei qui: Cronaca"Piano Casa, l'apologia del nulla"
Inserito da (admin), lunedì 24 gennaio 2011 00:00:00
L’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Cava de’ Tirreni, l’avv. Rossana Lamberti, esprime il suo giudizio, completamente critico e negativo, sul Piano Casa regionale, presentato venerdì 21 gennaio al Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni. Leggiamo insieme:
«Lo scorso venerdì mattina, a Palazzo di Città, sono stati presentati solo alcuni articoli della cd. Legge sul Piano-Casa di Caldoro, che ha rivisto quella del 2009 della scorsa Amministrazione regionale. La legge presentata con tanta enfasi ha non solo stravolto tutta l’impalcatura della vecchia Legge Piano-Casa, ma, fatto gravissimo, ha completamente abrogato alcune norme fondamentali della L. 16/04 ed in particolar modo quelle che riguardano le procedure per il Piano Territoriale Provinciale ed il Piano Urbanistico Comunale, lasciando una vera e propria vacatio: i commi 2 e 3 dell’art. 41 e tutto l’art. 43, che riguardano la vigilanza ed il controllo sull’abusivismo e gli accertamenti di conformità.
Il nuovo Piano-Casa, checché i suoi coredattori se ne vantino, non è assolutamente un Piano, perché non è una legge urbanistica, ma una legge edilizia. Del resto, ciò è stato sottolineato proprio nella conferenza stampa, allorquando è stato evidenziato che con la legge si vuole contrastare la crisi economica ed incrementare il patrimonio edilizio residenziale pubblico e privato. La crisi economica non si risolve assolutamente solo con una visione di imprenditoria edile, occorre invece che l’incremento del patrimonio edilizio sia giustificato ed accompagnato da verifiche di fattibilità economiche, di consumo delle risorse, di vocazione di sviluppo locale dei territori: questa è l’Urbanistica. Di tutto ciò non si trova traccia nel cd. Piano-Casa di Caldoro.
Per ciò che concerne poi “l’incremento del patrimonio edilizio”, la legge è in totale controtendenza mondiale con la visione moderna di riduzione dell’utilizzo di suolo. La legge ci fa tornare agli anni ’60, agli anni dell’attacco spregiudicato e speculativo al territorio. Ancora: nella nuova legge, tanto decantata, non c’è la previsione di un disegno evolutivo del territorio campano. Tutto viene lasciato nella disponibilità e discrezionalità degli enti locali (bisogna solo sperare che gli amministratori non abbiano amici e sostenitori pronti con ruspe e progetti per erodere i territori già così feriti, sic!). E’ evidente che il Piano Caldoro sulla Casa nasce solo dall’esigenza dei parlamentari di tutelare gli interessi specifici dei rispettivi territori: per cui la legge è un’accozzaglia di norme non legate da una visione di insieme.
L’Amministrazione Caldoro non ha la capacità di guidare il futuro urbanistico della Campania e si vede! Preferisce tenersi buoni i propri elettori piuttosto che pensare al futuro della nostra Regione, che tanto avrebbe, invece, bisogno di una politica incentrata sull’“economia della bellezza”! Non è questo il luogo per un’analisi articolo per articolo. Ma sorge una domanda: quale è la categoria più soddisfatta per la legge Casa di Caldoro? Gli avvocati amministrativisti, perché la legge è così poco precisa e lascia così tanti vuoti da essere oggetto delle più varie interpretazioni. Molto lavoro allora per gli avvocati, ulteriori spese per i cittadini, tanti, tanti processi davanti al Tar ed arrembaggio alla nostra terra».
Rossana Lamberti, già Assessore all’Urbanistica Comune di Cava de’ Tirreni
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