Tu sei qui: CronacaOspedale, sommossa dei dipendenti
Inserito da (admin), giovedì 11 marzo 2004 00:00:00
Singolare rivolta ieri mattina, all'ospedale "Santa Maria dell'Olmo", dei dipendenti addetti al servizio di portineria e centralino, che si sono opposti al trasferimento degli uffici, inscenando una vivace forma di protesta, culminata per alcuni in una visita al Pronto Soccorso, con tanto di referto medico e richiesta di giorni di aspettativa. All'origine della contestazione le condizioni dei nuovi locali, che, sia pur ristrutturati, non sarebbero ancora pronti per l'uso. I bagni sarebbero ancora senza porta, i fili della corrente elettrica a vista e le stesse linee telefoniche avrebbero bisogno di un'ultima revisione. Tutto è cominciato in prima mattinata con una comunicazione interna: una circolare scritta dal direttore sanitario ed inviata ai dipendenti che prescriveva il trasferimento presso i nuovi locali. Il personale del servizio di portineria e centralino ha visitato la nuova sede e la risposta è stata data all'unanimità: «Non ci sposteremo, i lavori della nuova sede non sono terminati. I bagni non hanno le porte, le pareti sono umide ed addirittura ci sono perdite di acqua, mentre i fili della corrente sono a vista». Dalle parole alla protesta: uno dei dipendenti si è fatto refertare al Pronto Soccorso, chiedendo alcuni giorni di malattia. La rivolta è arrivata, così, in direzione sanitaria. Immediata la replica di Vincenzo De Paola, direttore sanitario, che, sia pur accettando le rimostranze ed assicurando che i piccoli lavori di completamento saranno ultimati al più presto, ha comunque ricordato che il passaggio nella nuova sede era stato sollecitato più volte dagli stessi dipendenti. Da decenni, infatti, sono costretti a lavorare in una sorta di sgabuzzino, senza servizi igienici. Oggi, finalmente, una sistemazione più dignitosa, a patto, però, che i lavori siano completati. Intanto, continua l'emergenza personale parasanitario. Le situazioni più critiche nei reparti di Ortopedia e Pediatria ed in sala operatoria, dove gli organici sono ridotti all'osso. Più grave la situazione degli ausiliari. La conclusione di alcuni contratti a tempo determinato, che avevano consentito di reclutare personale attraverso le agenzie di lavoro interinale, avrebbe di fatto privato i reparti e le équipes mediche del supporto di molte unità. La scorsa settimana, alcuni dirigenti medici hanno chiesto un incontro d'urgenza con i vertici dell'Asl Sa1 per cercare di ottenere delle risposte. Nei giorni scorsi, il direttore sanitario dell'ospedale metelliano ha precisato che la carenza di infermieri e di ausiliari non è un problema che riguarda solo il presidio cavese, bensì tutta l'Asl Sa1. Dalla direzione sanitaria è stato proposto il ricorso agli straordinari.
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