Tu sei qui: CronacaOspedale al freddo, personale e pazienti in rivolta
Inserito da (admin), martedì 17 novembre 2009 00:00:00
Al "Santa Maria dell’Olmo" sembra che ogni giorno non funzioni qualcosa. Dopo la polemica dei giorni scorsi sui pasti che arrivano in ritardo e freddi, oltre che essere di scarsa qualità, oggi è sotto accusa una nuova “carenza” del nosocomio cavese.
Nonostante siamo a metà novembre, i riscaldamenti restano ancora spenti ed è facile imbattersi in scenari inverosimili, dato il contesto ospedaliero: i malati stanno imbacuccati sotto le coltri al gelo, i parenti portano coperte di rinforzo da casa, gli stessi medici ed infermieri indossano sciarpe e felpe di pail per difendersi dal freddo, specie nelle ore notturne.
Che ci sia una corsa al ribasso? «È giusto risparmiare, ma non a discapito della qualità», lamenta qualche medico. D'altronde, anche se per legge negli uffici pubblici i termosifoni possono essere accesi dopo il 21 novembre, esiste l’istituto della deroga per casi particolari come gli ospedali, con la possibilità quindi di accendere gli impianti in anticipo rispetto ai tempi burocratici.
Una vicenda ancor più inconcepibile se si pensa al periodo che stiamo vivendo oggi, fortemente condizionato dalla paura per il contagio dell’influenza A.
La risposta di Vincenzo De Paola, direttore sanitario dell’ospedale "Santa Maria dell’Olmo e Costa d’Amalfi", non si è fatta attendere: «I problemi sollevati non hanno fondamento. Innanzitutto il clima finora è stato piuttosto mite. E poi, in alcuni casi ci siamo avvalsi della deroga, accendendo i termosifoni per due o tre ore al giorno».
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