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Cronaca

Operazione Drago, trasferiti i boss

Inserito da (admin), mercoledì 4 marzo 2009 00:00:00

E’ avvenuto nei giorni scorsi il trasferimento in carceri di massima sicurezza per Giuseppe Celentano (presunto capo dell’omonimo clan) e per il suo braccio destro Antonio Ferrante, arrestati lo scorso 19 dicembre grazie ad una maxi-retata del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Salerno nell’ambito dell’Operazione Drago.

Celentano è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Ancona; lo stesso provvedimento ha colpito anche Ferrante, per il quale è stata però scelta la sede di Viterbo.

Spaccio di droga, truffa, estorsione, partecipazione e organizzazione di attentati dinamitardi: ecco le accuse cui i due malviventi dovranno rispondere insieme a Roberto Senatore, attualmente rinchiuso nel carcere di Fuorni, anch’egli presumibilmente coinvolto negli affari illeciti del clan, la cui disarticolazione portò all’emissione di 34 ordinanze di custodia cautelare.

Come si ricorderà, i tre pregiudicati, come del resto la maggior parte degli indagati, avevano rinunciato al Riesame. Nei mesi scorsi è, però, arrivata la richiesta da parte dell’avv. Domenico Fasano, loro legale, per un nuovo interrogatorio. La richiesta è stata accettata e ha, oltretutto, già trovato compimento.

Venerdì scorso, infatti, è stato ascoltato Antonio Ferrante, trasportato per l’occasione al carcere di Rebibbia. Durante il colloquio l’uomo, pur ammettendo la propria responsabilità in varie truffe ai danni di alcune banche, ha fermamente negato la partecipazione ad attentati dinamitardi e l’associazione a delinquere. Vista la delicatezza della sua posizione, non sono trapelate notizie circa la sua possibile collaborazione con gli inquirenti per stanare eventuali legami con altri clan camorristici o per delucidazioni sulla posizione occupata dal clan Celentano nello smercio della droga.

Lo stesso vale per Roberto Senatore, interrogato lunedì, il quale ha ammesso alcuni episodi di spaccio, legati però, stando a quanto il pregiudicato afferma, al consumo personale. Anche per lui la negazione più assoluta dell’associazione a delinquere.

In attesa che sia fissato l’appuntamento, invece, Giuseppe Celentano, considerato dagli inquirenti il capo del clan.

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