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Cronaca

Nuovo caso di meningite, è allarme

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 18 febbraio 2003 00:00:00

Giunge al Pronto Soccorso dell'ospedale di San Leonardo nella tarda serata di domenica, tra le braccia dei genitori. Cianotico, delirante, in uno stato semi-convulsivo. È un bimbo cavese di appena 3 anni e presenta chiari sintomi di meningite. I sanitari ne dispongono l'immediato ricovero al reparto infettivi, dove i medici sono pronti a somministrare le prime cure, avendo già affrontato ultimamente casi analoghi. L'ultimo dei quali, quello di una donna cavese 53enne, ancora ricoverata e, grazie alle cure somministrate, in via di guarigione. Ma per il piccolo non c'è spazio. I posti in isolamento (appena 5, 2 destinati alle donne e 3 agli uomini) sono tutti occupati da casi altrettanto seri. Il bambino, quindi, deve essere trasferito. L'ospitalità c'è all'ospedale "Cotugno" di Napoli, dove saranno eseguiti i necessari accertamenti per definire il grado della patologia. «Quasi certamente - comunica il primario del reparto infettivi, Maurizio Mazzeo - anche stavolta si tratta di meningite. I sintomi che il piccolo paziente rivela sono fin troppo chiari. A questo punto, la nostra soglia di attenzione rispetto al fenomeno deve necessariamente salire». Dunque, anche l'infettivologo Mazzeo, noto per la sua tendenza a tranquillizzare i pazienti pure di fronte a casi gravi, ora è preoccupato. Il piccolo, tra l'altro, è originario di Cava de' Tirreni ed abita nella stessa frazione della signora ricoverata pochi giorni fa con una "meningite da meningococco", quindi infettiva. Grazie all'incisivo intervento dei medici, ora la donna è fuori pericolo, ma il contagio potrebbe già essere avvenuto. Ed è un problema che l'Asl Sa1, competente per il territorio di Cava de' Tirreni, sta già affrontando. Intanto, nelle corsie del "Ruggi d'Aragona" serpeggia il panico. E se si scatenasse un'epidemia? «Lo escludo - risponde perentorio Mazzeo - ma mi preoccupano non poco le condizioni del reparto, che non è assolutamente in grado di fronteggiare più di un caso grave. Il problema è strutturale: abbiamo posti in isolamento insufficienti. Lo sto ripetendo da anni ai responsabili dell'Azienda sanitaria». Mazzeo alza le mani, dunque. Con la sua èquipe, fino ad oggi, è stato in grado di affrontare e risolvere casi di una certa importanza, senza suscitare allarmismi e nel pieno rigore scientifico. Il risultato lo hanno rivelato i referti e la guarigione dei pazienti, avvenuta nello spazio di pochi giorni. Ma non sempre tutto può essere affidato all'esperienza, alla bravura ed allo spirito di abnegazione dei medici e del personale. «Sarebbe ora - aggiunge il primario - di prestare maggiore attenzione alle malattie infettive, che sono sempre più in aumento, e di attrezzare le strutture pubbliche in modo adeguato. Il nostro reparto infettivi, così com'è, non ha ragione di esistere. Servono spazi nuovi, diversi. Insomma, è tutto da rifare. E' un cambiamento che aspettiamo, inutilmente, da anni». Così il bimbo di Cava, che poteva essere curato nella struttura ospedaliera salernitana, è stato dirottato in quella napoletana. Qui i medici, dopo averne constatato la gravità, ne hanno disposto gli accertamenti. Oggi il responso definitivo.

MENINGITE, E' ALLARME A CAVA

Forti timori di un'epidemia dopo i casi del bimbo di 3 anni e della donna 53enne, residenti nello stesso quartiere. Le autorità sanitarie invitano ad evitare facili allarmismi

Meningite, ritorna l'allarme in città. Si teme il pericolo di un'epidemia. A fomentare vere e proprie scene di panico, un elemento che lascia poco spazio alle ipotesi: il piccolo e la donna abitano nello stesso quartiere, in una frazione di Cava a pochi passi dal centro. Sui due casi, segnalati dai medici del Pronto Soccorso dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo", l'Asl Sa1 ha aperto un'inchiesta, allargando da ieri le misure di prevenzione (terapia a base di antibiotici per le persone venute a contatto con i due pazienti) e delegando per le verifiche il responsabile dell'Unità di prevenzione collettiva della città. Nelle ultime settimane, sono stati ben tre i casi di meningite registrati tra Cava e Salerno: oltre al bimbo ed alla casalinga 53enne, entrambi di Cava de' Tirreni e con una diagnosi di "meningite da meningococco", anche quello verificatosi all'Istituto Tecnico "Genovesi" di Salerno, con uno studente di 15 anni colpito da meningite tipo liquor lipido (una complicanza di una semplice influenza). Tutti i casi diagnosticati, come prescrive la legge, sono stati denunciati e segnalati su un registro apposito del Dipartimento prevenzione dell'Asl, accompagnati dai dati sulla profilassi seguita, caso per caso, e sull'esito delle terapie. Di pari passo è stata avviata l'attività di sorveglianza, per evitare o, quanto meno, tenere sotto controllo il rischio malaugurato di contagio. Al momento, i responsabili delle Azienda sanitarie locali invitano a non creare allarmismi. Rosario Capone, direttore del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell'Asl Sa1, spiega: «La meningite può essere provocata da molti microrganismi. In alcuni casi, può essere definita come una complicanza di una banale influenza. Per questo, il nostro Dipartimento si è attivato con una massiccia campagna vaccinazioni, che ci ha consentito di attestarci tra i primi in Italia. Quanto al rischio di contagio, bisogna rassicurare i cittadini: non corrono alcun pericolo». Ma cosa si fa in questi casi per evitare il contagio? «La procedura è molto semplice. Si mantengono sotto osservazione - spiega Capone - tutte le persone venute a contatto con gli ammalati e si osserva se si manifestano sintomi sospetti. Per le strutture ospedaliere si procede con la disinfestazione». Da parte delle autorità comunali, invece, si attende l'esito delle indagini dell'Asl. «Non è il caso di creare allarmismi. Dal comunicato dell'Asl - afferma Emilio Maddalo, presidente della Commissione Sanità metelliana - si evince che la situazione è sotto controllo. Si tratta, infatti, di casi isolati, che si sono verificati, purtroppo, con regolarità anche negli anni passati».

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