Tu sei qui: CronacaNon ci sono posti letto, tre cavesi ricoverati a Latina
Inserito da (admin), giovedì 9 marzo 2006 00:00:00
Tre pazienti cavesi sono stati ricoverati all'ospedale civile di Latina, dopo aver aspettato per ore al Pronto Soccorso dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo". Il trasferimento si è reso necessario visto che in tutta la Campania non c'erano posti letto di medicina disponibili: i reparti dei presidi della provincia e dell'intera Campania erano tutti occupati. Polemiche dai familiari dei pazienti, che considerano "assurdo" che in Campania ci sia il problema della carenza di posti letto.
«I medici ospedalieri non hanno colpe - spiegano i familiari di uno dei pazienti trasferiti - Anzi, hanno fatto di tutto per trovare un posto per il ricovero. Dopo la diagnosi si sono messi al telefono ed hanno cercato, grazie al servizio del 118, un posto libero. Nonostante il loro impegno, l'attesa è stata lunga. Ma non è bastata. Gli unici posti disponibili erano fuori Regione, a Latina». Inevitabili i disagi per lo stesso paziente, costretto al trasferimento, e per i familiari, che hanno dovuto sobbarcarsi l'onere del viaggio per stare vicino al familiare malato.
Sulla questione è intervenuto il direttore sanitario dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo", Vincenzo De Paola: «La carenza dei posti letto, specie in questo periodo dell'anno, complici la sindrome influenzale e le patologie legate al raffreddamento, è un problema cronico che investe tutti i presidi della Regione Campania. L'emergenza di questi giorni, dunque, non riguarda solo il "Santa Maria dell'Olmo". Nel nostro ospedale abbiamo 24 posti letto di medicina e 7 di endocrinologia, che, quando è possibile, usiamo per il ricovero di pazienti della medicina. In alcuni periodi, come quello attuale, i posti sono tutti occupati. In questi casi ci adoperiamo attraverso la centrale operativa del 118 per trovare una sistemazione in altri presidi. È tramontata, ormai, l'idea dell'ospedale sotto casa. Inoltre, per prevenire situazione di carenza, la medicina territoriale deve fungere da filtro. Bisogna evitare i ricoveri impropri, per non intasare le corsie ospedaliere».
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