Tu sei qui: CronacaMovida, rinviato a giudizio il titolare dell'Officina
Inserito da (admin), giovedì 23 settembre 2004 00:00:00
Emissioni sonore oltre i limiti di tollerabilità, inquinamento atmosferico e schiamazzi notturni: sono le imputazioni alla base del decreto di rinvio a giudizio che il Giudice per le indagini preliminari della Procura di Salerno, Massimo Lo Mastro, ha emesso nei confronti di Giuliano Cardamone, titolare dell'Officina 249, locale notturno di via Principe Amedeo. I fatti risalgono al marzo del 2003, quando i residenti di via Principe Amedeo, di via Nigro e di via Parisi, infastiditi dalle emissioni sonore e da una grossa colonna di fumo proveniente dalla canna fumaria del locale, chiesero l'intervento degli agenti del locale Commissariato. Il disagio maggiore lo subì Raffaele Palazzo, residente in via Nigro: i fumi invasero l'appartamento, costringendo lui e la famiglia a scendere in strada. Gli organi preposti al controllo delle emissioni di suoni e fumi accertarono le responsabilità dell'Officina 249, decretando nel maggio scorso la sospensione delle attività del locale. Quella del marzo 2003 fu solo una delle numerose chiamate che in quel periodo interessarono il locale notturno. Va ricordato, inoltre, che l'Officina già è stata soggetta, nel 2002 e 2003, a due provvedimenti penali, risoltosi con un'ammenda di oltre mille euro. Moderate e costruttive le reazioni delle parti indirettamente chiamate in causa. Ciro Mosca, responsabile dell'associazione dei gestori, afferma: «Non entro nel merito del giudizio. Il mio ragionamento, da cui scaturisce una proposta costruttiva, va oltre il fatto specifico. Le parti in causa, gestori e cittadini, non possono vivere nell'indecisione e nei tempi lunghi che le verifiche comportano. Occorre un organo di controllo tecnico-amministrativo qualificato, coadiuvato da tecnici di parte o dell'associazione, che effettui ogni tipo di controlli presso i locali e certifichi gli adempimenti da rispettare. In questo modo, oltre alla certezza delle soluzioni e dei tempi, per noi gestori ci sarebbe un notevole risparmio nell'acquisto di strumenti e materiale idoneo». Molto più radicale, anche se non necessariamente opposta, la posizione di Giuseppe Salsano, presidente dell'associazione "Ordine e quiete": «Esistono già gli strumenti legislativi e gli organi di controllo per accertare le condizioni tecniche ed amministrative dei locali. Crearne altri andrebbe nel senso inverso da quello auspicato. Ma, constatata l'ubicazione dei locali notturni metelliani, l'unica soluzione da adottare è la loro delocalizzazione. Nel caso specifico dell'Officina, esiste una reiterata violazione della normativa anti-inquinamento acustico e dell'ambiente». Un tunnel, dunque, che non vede via d'uscita. L'ultima parola spetta al Comune, che dovrebbe adottare soluzioni definitive.
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