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Cronaca

Movida, Mosca bacchetta gestori e politici

Inserito da (admin), venerdì 1 ottobre 2004 00:00:00

Una crisi lunga anni. 10 per la precisione. Da quando il commercio, la vita sociale e culturale della città ed anche l'intrattenimento notturno, la famosa movida, si sono fossilizzati sui loro pregi. Una crisi che rischia di colpire non solo le famiglie dei gestori di locali pubblici, ma anche quelle di quanti, in questo settore, hanno trovato la realizzazione lavorativa. Una cultura autolesionista che Ciro Mosca, responsabile dell'associazione dei gestori dei locali metelliani, non avvalora e non accetta: «La colpa è essenzialmente nostra. Per anni i gestori cavesi hanno badato a coltivare il proprio orticello, escludendo dal proprio vocabolario la parola unione, consorzio, associazione. Mentre ci vantavamo delle bellezze naturali ed architettoniche che avevamo e della cultura che riuscivamo ad esprimere, le città limitrofe hanno costruito e programmato, fino a raggiungerci e superarci. Da qui il tracollo della nostra economia, delle nostre imprese e, inevitabilmente, la profonda crisi della movida e di tutto l'indotto che intorno ad essa gira. Senza che le Amministrazioni comunali che in questo periodo hanno guidato la città, occupate a rincorrere e mantenere maggioranze, affidare incarichi a tempo perso, progettare qualche villetta o marciapiedi, riuscissero a capire le trasformazioni in atto nella loro stessa città. Bella, troppo bella, tanto che si continua ad ammirarla, ma si continua a perdere di vista la realtà». L'imprenditore rincara la dose: «Perciò nascono associazioni di cittadini che hanno la pretesa di dettare norme e leggi a discapito di una sola parte della società cavese». Il futuro non sembra roseo. «Nessuno è possessore di una ricetta o di una bacchetta magica. Il nostro futuro - continua Mosca - lo costruiamo con le nostre mani e con il lavoro. I gestori devono capire che bisogna condividere l'esperienza maturata, dare forza ed anima all'associazione, perché abbiamo delle grosse potenzialità che singolarmente non fanno una forza determinante. La crisi si può superare con l'unione di tutte le categorie che, in modo paritario, compongono il vasto mondo della movida e con la formazione professionale, così da offrire a giovani e non un prodotto di qualità. Essere promotori di cultura e di eventi ad essa legati, riempire di qualità un contenitore che già racchiude un popolo esigente». Infine, una stoccata al Comune: «Deve promuovere l'immagine della città, tutelare, controllare e disciplinare i locali esistenti e delocalizzare i nuovi, se l'intento è di invogliare investimenti verso la nostra città».

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